Polemica Milano, nuova puntata
Ogni settimana, la polemica su Milano cara e invivibile si arricchisce. Oggi tocca alla ricercatrice barese trapianta a Oulu
| Economia
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Ogni settimana, la polemica su Milano cara e invivibile si arricchisce. Oggi tocca alla ricercatrice barese trapianta a Oulu
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Ogni settimana, la polemica su Milano cara e invivibile si arricchisce. Oggi tocca alla ricercatrice barese trapianta a Oulu
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Ogni settimana, la polemica su Milano cara e invivibile si arricchisce. Oggi tocca alla ricercatrice barese trapianta a Oulu
Giorni fa abbiamo scritto di Milano, generando un intenso dibattito di cui ringraziamo ancora tutti. A cominciare dalle sempre utilissime critiche al ragionamento “in difesa” del capoluogo meneghino. In queste tre settimane, intanto, il confronto sulla città troppo cara e sostanzialmente invivibile ha preso ancora più forza.
Il punto è che non si tratta più di un confronto sulla realtà dei problemi, sulle loro cause, dimensioni e possibili soluzioni, si procede ormai per luoghi comuni. Anzi luogo comune: a Milano non si può più vivere, se non si è più che benestanti, mentre i giovani sarebbero tagliati completamente fuori. Oltre la tesi, che abbiamo già provato a confutare invitando a un ragionamento più ampio sulle opportunità offerte dall’area metropolitana più dinamica del nostro Paese, colpisce la ripetitività delle posizioni.
La ricerca giornalistica della “grande colpevole“, che sta finendo per creare un mito negativo su una città che andrebbe ovviamente migliorata (come tutte), ma innanzitutto imitata. Un po’ i grandi nomi si affannano a giocare sul piano del rimpianto per la Milano che non c’è più – operazione sempre efficace dal punto di vista dialettico, ma inaffidabile nel momento in cui si sostituiscano le valutazioni oggettive con i ricordi e le nostalgie personali – un po’ si cercano le solite “prove“.
La più divertente su cui ci sia caduto l’occhio è la testimonianza della ricercatrice barese che accusa Milano di essere troppo cara e invivibile (senza averci mai vissuto, ci par di capire) e di aver pertanto scelto di andare a lavorare e vivere a… Oulu. Parliamo di una ridente località a due ore da Rovaniemi, la città di Babbo Natale in Finlandia.
La trentatreenne ricercatrice ci fa sapere che a Oulu, fra le incantevoli aurore boreali proprie di questo periodo, la vita è molto meno cara che a Milano. La scoperta è oggettivamente sensazionale, così come – ci permettiamo di suggerire – anche a Londra, Berlino, Roma, Madrid, Parigi e Barcellona affitti e cene saranno un po’ meno convenienti che a Oulu.
Le scelte personali sono sempre rispettabilissime e non c’è nulla di più bello che avvertire la soddisfazione del prossimo, ma proprio non si capisce quest’esigenza di impallinare uno dei pochissimi luoghi d’Italia realmente internazionali, dove a tutte le età hai una possibilità in più di provare a realizzare qualcosa. Invece che battersi per superare le oggettive difficoltà e la vergognosa speculazione di chi fa strapagare un buco per dormire – rigorosamente in nero – o si inventa qualsiasi porcheria per far diventare una colazione o un pranzo faccenda da Paperon de Paperoni, ci accontentiamo di seguire la moda mediatica del momento.
di Fulvio Giuliani
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