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Prezzi salati e concorrenza

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Colpisce, nella discussione circa i prezzi lievitati degli stabilimenti balneari, il non mettere in discussione temi con valenza ormai pluriennale

Prezzi salati e concorrenza

Colpisce, nella discussione circa i prezzi lievitati degli stabilimenti balneari, il non mettere in discussione temi con valenza ormai pluriennale

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Prezzi salati e concorrenza

Colpisce, nella discussione circa i prezzi lievitati degli stabilimenti balneari, il non mettere in discussione temi con valenza ormai pluriennale

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Colpisce, nei commenti relativi ai prezzi degli ombrelloni, il non mettere in connessione temi che hanno una valenza oramai pluriennale. Che senso ha informare su quanto siano cari gli stabilimenti balneari senza ricordarsi che il problema consiste nel quanto sia svenduto – anzi, regalato – un bene pubblico, ovvero le spiagge?

Anche solo circa i prezzi è bene fare attenzione a quel che si diffonde: se cresce oltre l’inflazione il prezzo di un ombrellone e due sdraio, senza altri servizi, è segno che il gestore sta approfittando di una rendita, data dal fatto che o paghi o non fai il bagno o, comunque, non puoi fermarti sulla spiaggia, sicché quel che varrebbe la pena approfondire è se sia stata rispettata la normativa sulla disponibilità delle spiagge libere. Se invece un baldacchino papale viene affittato a dieci o cento volte tanto, non c’è da fare i moralisti: il prezzo sarà dato da quanto i clienti sono disposti a pagare per contendersi quello e gli altri servizi che si porta appresso, compreso il recapito di bevande e cibo direttamente sotto l’attendamento.

La questione di pubblico interesse è se il gestore di quel lucroso impianto abbia dovuto o meno contendersi con dei concorrenti l’occupazione di quello spazio. Se lo ha fatto, che il cielo benedica i suoi affari. Se invece non lo ha fatto – e non lo ha fatto, perché le gare competitive ci si rifiuta di bandirle – allora il cielo maledica chi consente ad altri di arricchirsi impoverendo i contribuenti.

di Sofia Cifarelli

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