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Arrivederci presidente Draghi e ora largo alle emozioni

Giornata storica oggi in cui abbiamo visto Mario Draghi e Giorgia Meloni emozionati e complici come non mai. A unirli l’amore per il proprio paese che si è fatto evidente nei loro occhi lucidi. Perché un presidente, uomo o donna che sia, non dovrebbe mai aver paura di essere sé stesso fino in fondo
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Arrivederci presidente Draghi e ora largo alle emozioni

Giornata storica oggi in cui abbiamo visto Mario Draghi e Giorgia Meloni emozionati e complici come non mai. A unirli l’amore per il proprio paese che si è fatto evidente nei loro occhi lucidi. Perché un presidente, uomo o donna che sia, non dovrebbe mai aver paura di essere sé stesso fino in fondo
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Arrivederci presidente Draghi e ora largo alle emozioni

Giornata storica oggi in cui abbiamo visto Mario Draghi e Giorgia Meloni emozionati e complici come non mai. A unirli l’amore per il proprio paese che si è fatto evidente nei loro occhi lucidi. Perché un presidente, uomo o donna che sia, non dovrebbe mai aver paura di essere sé stesso fino in fondo
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Giornata storica oggi in cui abbiamo visto Mario Draghi e Giorgia Meloni emozionati e complici come non mai. A unirli l’amore per il proprio paese che si è fatto evidente nei loro occhi lucidi. Perché un presidente, uomo o donna che sia, non dovrebbe mai aver paura di essere sé stesso fino in fondo
“Se il mondo fosse guidato dalle donne, sarebbe un posto migliore”. È una frase che si sente spesso ma dice il detto: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Un mare che in alcuni paesi si traduce in un abisso senza fine. Basti guardare la cartolina arrivata ieri dalla Cina, dove non si è vista l’ombra di una donna tra i collaboratori che affiancheranno il “neo” presidente Xi Jinping, fresco di terzo mandato, record che gli permette di toccare vette di potere (e soprusi) che non si vedevano dai tempi di Mao.
Il prossimo obiettivo del leader comunista sarà quello di riprendere il controllo su Taiwan. Il che non fa presagire nulla di buono.
Non serve spiegare come vadano le cose in Russia. L’altro giorno, in un’overdose di testosterone Vladimir Putin si è fatto ritrarre sdraiato a terra mentre provava un fucile in un campo di addestramento militare.
E poi Iran, Afghanistan, India, Pakistan, la lista dei paesi dove i diritti fondamentali delle donne vengono calpestati quotidianamente è sconsolatamente lunga.
Sembra banale dirlo ma fa bene ribadirlo: non siamo uguali. Uomini e donne sono diversi, non solo fisicamente. Ma questo è un bene.
Quello che dobbiamo fare è provare a “rubarci” a vicenda ciò che di meglio troviamo nell’altro (sempre che ci sia!).
E oggi, in occasione del passaggio della campanella tra Mario Draghi e Giorgia Meloni, si è assistito a un piccolo miracolo: una Meloni che non ha avuto bisogno di atteggiarsi “da maschio” per essere credibile; un Mario Draghi che si è lasciato sopraffare dalle emozioni e ha dato spazio alla sua parte più emotiva.
Come tutti gli uomini si era spesso trincerato dietro a un velo di pudore che – non si sa bene come  – non  permette loro di manifestare apertamente i propri sentimenti. Lo abbiamo visto sempre composto, integerrimo, tutto d’un pezzo.
Oggi invece abbiamo gioito nel vedere i nostri presidenti del Consiglio emozionati, sicuri che il luccichio nei loro occhi sia frutto dell’amore verso il proprio paese e non solo sete di potere.
Mario Draghi se ne è andato lasciandoci in dono un tesoretto di importanza vitale – il price cap al gasdimostrandoci anche che “sì, i banchieri centrali hanno un cuore”. Lo aveva anticipato non molto tempo fa a parole, oggi con quegli occhi un filo lucidi c’è l’ha dimostrato una volta per tutte.
Arrivederci e buona vita, presidente Draghi!

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