Da Cospito al senso dello Stato
Ciò che è accaduto ieri alla Camera dei deputati durante la discussione del caso Cospito è una sceneggiata che ci porta a riflettere sul senso dello Stato
| Politica
Da Cospito al senso dello Stato
Ciò che è accaduto ieri alla Camera dei deputati durante la discussione del caso Cospito è una sceneggiata che ci porta a riflettere sul senso dello Stato
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Da Cospito al senso dello Stato
Ciò che è accaduto ieri alla Camera dei deputati durante la discussione del caso Cospito è una sceneggiata che ci porta a riflettere sul senso dello Stato
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Ciò che è accaduto ieri alla Camera dei deputati durante la discussione del caso Cospito è una sceneggiata che ci porta a riflettere sul senso dello Stato
La sceneggiata di ieri, alla Camera dei deputati, scatenata dal caso Cospito ha del nauseante. Per i toni, la sostanza, l’immagine, la sensazione dell’essenza di senso dello Stato. Ridurre il dibattito fra forze politiche, animate da sensibilità legittimamente diverse su un caso complesso e dalle ricadute anche di carattere etico, a una caciara nei toni e nella sostanza dà la misura di una politica alla caccia solo del consenso immediato.
Dell’appoggio degli ultras della propria parte, senza una riflessione, un momento per fermarsi e capire dove si stia andando e perché. Conta solo la “mossa“, il farsi notare, per conquistare cinque, insulsi minuti di celebrità. Al termine di una giornata da vergognarsi, mentre lo Stato ha l’obbligo morale – come ricordato l’altro ieri dal ministro della Giustizia Nordio – di garantire la salute dei detenuti, applicando al contempo le leggi senza mai cedere ai ricatti di sovversivi e violenti, è venuta fuori la ciliegina da far cadere le braccia.
Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro avrebbe visionato un documento riservatissimo, contenente intercettazioni ambientali dei contatti fra l’anarchico Cospito detenuto al 41 bis e boss mafiosi, interessati a un “movimento“ capace di influenzare l’eventuale riduzione dell’applicazione del carcere duro. Delmastro avrebbe riferito delle intercettazioni al suo collega di partito in Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli (circostanza ammessa dello stesso Delmastro, che con Donzelli condivide un appartamento a Roma). Quest’ultimo, infine, ha preso la parola ieri a Montecitorio e fatto esplicito riferimento – con dovizia di particolari – a quelle stesse riservatissime intercettazioni (non consultabili dai parlamentari), nella sua intemerata contro il Pd.
Oggi, toccherà al guardasigilli Nordio rispondere in aula su quello che è successo e chiarire. Sulla figuraccia di una politica da osteria, senza senso del limite e dello Stato abbiamo già ora fortissimi elementi.
di Fulvio Giuliani
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