Euroarmato
Euroarmato: gli europei sanno di essere il piatto forte che Usa e Russia pensano di spartirsi, con l’Ucraina a fare da antipasto. Con la Cina che ricorda al Cremlino di non essere l’unico padrone di quel conflitto
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Euroarmato: gli europei sanno di essere il piatto forte che Usa e Russia pensano di spartirsi, con l’Ucraina a fare da antipasto. Con la Cina che ricorda al Cremlino di non essere l’unico padrone di quel conflitto
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Euroarmato: gli europei sanno di essere il piatto forte che Usa e Russia pensano di spartirsi, con l’Ucraina a fare da antipasto. Con la Cina che ricorda al Cremlino di non essere l’unico padrone di quel conflitto
Euroarmato: gli europei sanno di essere il piatto forte che Usa e Russia pensano di spartirsi, con l’Ucraina a fare da antipasto. Con la Cina che ricorda al Cremlino di non essere l’unico padrone di quel conflitto
Euroarmato. I contemporanei non sanno mai cosa, dei giorni che vivono, sarà considerato storico. Eppure ci sono stagioni in cui la storia sembra sonnecchiare e altre in cui sembra che si metta in agitazione. In questi passaggi capita che molti siano fermi ai pregiudizi del giorno prima. Probabile che noi si viva uno di quei momenti, con troppi attardati nel lamentio insulso dell’Europa che non c’è o è soltanto commerciale. Mentre l’Unione Europea che esiste compie scelte politiche che la schierano e la vincolano. E non sarebbe neanche la prima volta che chi governa l’Italia fa fatica ad arrivare per tempo dove poi sarà portato. Accadde a Prodi e sembra accadere a Meloni.
La storia ha preso ad agitarsi perché due potenti non hanno la potenza che credono. Tre anni fa Putin era convinto di invadere, vincere e chiudere. Ha perso e tre anni dopo è ancora impantanato in Ucraina. Con la Cina che ne regge le sorti economiche e ne limita la libertà di movimento.
Tre anni dopo Trump è convinto che la potenza gli consenta di imporre la fine della guerra, impossibile senza un suo ruolo. Ma gli europei sanno di essere il piatto forte che le due potenze pensano di spartirsi, con l’Ucraina a fare da antipasto. E la Cina avverte che il suo tempo millenario non è quello sincopato della Casa Bianca. Sicché ricorda al Cremlino che non è il padrone unico di quel conflitto. Le guerre sarebbe bene non iniziarle mai. Ma se si apre un conflitto è poi la forza che fa tornare al tavolo la ragione e Putin & Trump, che appaiono in consonanza, non hanno la forza per chiuderlo.
Sono il realismo e il timore d’essere troppo facili prede che hanno archiviato in poche ore Brexit. Ricordando a tutti che esistono le potenze nucleari e che i Paesi europei che non saranno uniti nel pesare verranno alleggeriti della sovranità e destinati a essere satelliti.
Ma come si fa a conciliare la difesa europea con il potere di veto in capo a chi sta con Putin (l’Ungheria e la Slovacchia)? Come si fa a volere far entrare l’Ucraina senza diluire ulteriormente un già complicato meccanismo decisionale? Le risposte non stanno nei nostri sogni, ma nei nostri successi. L’Ue è un mercato unico di grande valore che potrebbe funzionare meglio (vale sempre) ma già funziona bene, ha un Parlamento eletto a suffragio universale (sebbene con partiti e collegi nazionali), ha una forma barocca di governo (la Commissione), il tutto indebolito dalla necessità di avere l’unanimità.
Non su tutto – molte materie si decidono già a maggioranza – ma su troppo. Poi c’è l’Unione monetaria europea (Uem), realizzata su base volontaria, con più rigidi requisiti, dove si decide a maggioranza e che non comprende tutti i Paesi Ue. Il che ha consentito di far vivere una moneta unica che era data per morta il giorno della nascita e che invece è stabile, funziona bene e anche quelli che dicevano di volerne uscire ora si guardano dal ripeterlo. Lo schema c’è e può essere utilizzato anche per la difesa, il che consentirebbe di ricomprendervi Uk senza che nessuno faccia retromarcia. L’impegno sarà quello alla difesa reciproca. Da qui Euroarmato.
Se si usa il meccanismo Recovery, come proposto dalla Commissione europea, si accende nuovo debito comune (il che non soltanto schiera ma anche vincola) e si finanziano le produzioni europee, il che aiuterà la Germania a essere della partita, superando obiezioni di principio e puntando al fine della crescita industriale e della sicurezza.
Quando si realizzò l’euro l’Italia tentennò. Prodi provò a rinviare tutto, non perché avesse alternative ma perché faticava a trascinare la coalizione di governo e buona parte dell’Italia. Poi Aznar decise di fare entrare subito la Spagna e il trascinamento fece il resto. Ora Meloni ha la difficoltà di conciliare il musktrumpismo con una scelta che suona contrappeso ai loro voltafaccia, ma costa anche smentirsi sull’Ucraina. Il pericolo di rimanere fuori è teoricamente possibile, ma allo schierarsi non ci sono serie alternative. Meglio farlo per scelta che esserci trascinati.
Di Davide Giacalone
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