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Europa, pacifismo e il mito delle armi che non c’erano

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Oggi va di moda rispolverare un inesistente pacifismo disarmato europeo da contrapporre al programma di riarmo – sì, noi lo chiamiamo “riarmo” – varato dalla Commissione Ue

Pacifismo

Europa, pacifismo e il mito delle armi che non c’erano

Oggi va di moda rispolverare un inesistente pacifismo disarmato europeo da contrapporre al programma di riarmo – sì, noi lo chiamiamo “riarmo” – varato dalla Commissione Ue

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Europa, pacifismo e il mito delle armi che non c’erano

Oggi va di moda rispolverare un inesistente pacifismo disarmato europeo da contrapporre al programma di riarmo – sì, noi lo chiamiamo “riarmo” – varato dalla Commissione Ue

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Abbiamo pubblicato diverse riflessioni su come il rapporto fra eletti ed elettori si sia rovesciato. Un’inversione per cui i leader politici, prima di decidere cosa pensare e dire, ascoltano gli umori del proprio elettorato e solo dopo esprimono un’opinione.

L’opinione pubblica è sempre esistita e in qualche misura anche i sondaggi d’opinione. Certo, solo con l’avvento di Silvio Berlusconi avrebbero assunto un ruolo predominante nei meccanismi politici del nostro Paese (con alcuni decenni di ritardo rispetto agli Stati Uniti d’America). Anche prima, però, non è che non si sapesse cosa pensasse la gente.

È del tutto banale, ma se Enrico Berlinguer avesse voluto seguire la pancia del suo partito non avrebbe mai e poi mai dichiarato di sentirsi più sicuro sotto l’ombrello della Nato. Rispetto a quello del Patto di Varsavia. Se pochi anni dopo – per rispondere all’amministrazione Reagan e alla decisione di schierare gli euromissili anche in Italia in reazione agli SS-20 dislocati dall’Urss nei Paesi satelliti – Bettino Craxi, Giovanni Spadolini o Francesco Cossiga avessero ascoltato gli umori delle piazze state pur certi che a Comiso sarebbero state piantate le margherite. E forse la guerra fredda sarebbe durata di più.

Dal 1983 al 1990-1991, invece, vi furono schierati 112 missili “Gryphon” (comunemente detti “Cruise”) armati con testate 10 volte più potenti di quella usata a Hiroshima. E in grado di raggiungere l’Urss e i Paesi del Patto di Varsavia. Furono rimpatriati dopo gli accordi firmati da Reagan e Gorbačëv.

Oggi va di moda rispolverare un inesistente pacifismo disarmato europeo

Oggi va di moda rispolverare un inesistente pacifismo disarmato europeo da contrapporre al programma di riarmo – sì, noi lo chiamiamo “riarmo” – varato dalla Commissione Ue. Inesistente perché, come abbiamo appena ricordato, eravamo armati sino ai denti.

Le stesse regole di utilizzo, pur mantenendo il controllo del “bottone rosso” totalmente in mano Usa nel caso degli euromissili di Comiso, non ci hanno visto solo spettatori potenziali. In ambito Nato e in linea teorica, dopo un via libera politico e militare, i nostri F35 potrebbero essere armati oggi con i missili nucleari americani di stanza a Ghedi e Aviano. E lanciati da piloti italiani. Altro che margherite sulle rampe di lancio…

I vantaggi di tutto questo sono stati sfruttati per decenni da tanti di quelli che oggi sputano veleno.

Tutte le rilevazioni di queste ore descrivono un’ampia maggioranza ostile o indifferente all’esigenza di riarmare la nostra difesa. Solo poco più di un italiano su tre è con l’Ucraina. E più della metà si è messa sulla riva del fiume. Replicando inconsciamente un atteggiamento che abbiamo tenuto per ben due volte nel Novecento con esiti che converrebbe ristudiare.

Nessuno è così folle da pensare che in democrazia tutto ciò possa essere ignorato. Il problema è interrogarsi sul ruolo dei leader politici in questo abbrivio di III millennio. Escludendo possa essere quello di consultare i trend topic.

di Fulvio Giuliani

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