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Germania-Italia: scontro poi convergenza

Lo scontro Germania e Italia sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo si è dimostrata una tempesta in un bicchiere d’acqua. Fine della tempesta, oggi
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Germania-Italia: scontro poi convergenza

Lo scontro Germania e Italia sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo si è dimostrata una tempesta in un bicchiere d’acqua. Fine della tempesta, oggi
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Germania-Italia: scontro poi convergenza

Lo scontro Germania e Italia sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo si è dimostrata una tempesta in un bicchiere d’acqua. Fine della tempesta, oggi
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Lo scontro Germania e Italia sul ruolo delle Ong nel Mediterraneo si è dimostrata una tempesta in un bicchiere d’acqua. Fine della tempesta, oggi
Qui si era sostenuto che lo scontro fra Germania e Italia, circa il ruolo delle Organizzazioni non governative nel Mediterraneo, era da considerarsi una tempesta in un bicchiere d’acqua. Vivaci reazioni ci invitavano a considerarlo un fatto epocale. In effetti la cosa va riconsiderata: una tempesta in mezzo bicchiere d’acqua. Era evidente che quella delle Ong era solo una bandiera simbolica ed era altrettanto evidente che la sostanziale irrilevanza del tema – posto che non c’è nessuna persona civile che neghi la necessità e l’obbligo di salvare le vite umane – era montata sol perché ciascuno dei due governanti doveva vedersela con fronde interne al proprio governo. Fine della tempesta, comunque. Chi vuol vedere vinti e vincitori si accomodi, ma sul nulla è difficile avventurarsi in classifiche. I capi dei due governi si sono incontrati e hanno ribadito l’ovvio (oltre che il giusto): amicizia e collaborazione. Significativo il fatto che ciò avvenga nel mentre, su quel medesimo capitolo, il capo del governo ungherese, Orbán, affermi d’essere stato ‘stuprato’. A parte il linguaggio, che ben corrisponde alla raffinatezza del pensiero, il punto politico è che i tedeschi hanno visto con molto favore l’allargamento a Est dell’Unione europea e gli attuali governanti italiani hanno visto con molto favore Orbán. Gli uni e gli altri devono prendere atto che gli interessi dei loro Paesi coincidono con quelli dell’Ue e divergono da quelli di Orbán. Era già chiaro, ora lo è di più. di Sonia Falleri

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