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Il Carroccio fa quarant’anni senza ampolle

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Oggi la Lega si appresta a compiere i suoi quarant’anni, l’Italia è cambiata e pure il Carroccio non è più quello dei tempi del Senatùr

Il Carroccio fa quarant’anni senza ampolle

Oggi la Lega si appresta a compiere i suoi quarant’anni, l’Italia è cambiata e pure il Carroccio non è più quello dei tempi del Senatùr

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Il Carroccio fa quarant’anni senza ampolle

Oggi la Lega si appresta a compiere i suoi quarant’anni, l’Italia è cambiata e pure il Carroccio non è più quello dei tempi del Senatùr

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Era il 1992, 18 febbraio. L’Italia era appena entrata nella stagione di Mani Pulite, che avrebbe spazzato via la prima Repubblica. Silvio Berlusconi non era ancora sceso in campo e la novità politica di quegli anni era la Lega di Umberto Bossi (nata nel 1984), che tuonava contro i partiti tradizionali, giocando fra federalismo spinto e secessione. L’Umberto non disdegnava neppure di criticare giornalisti come Indro Montanelli, che quel 18 febbraio così gli rispose su “Il Giornale”: «Umberto Bossi, nel comizio tenuto l’altro ieri a Pontida, ha detto: “Basta con Montanelli, non vogliamo più turarci il naso e votare Dc”. Ha ragione. Ma per invitare a votare Lega non basta nemmeno turarsi gli occhi e gli orecchi».

Oggi che la Lega si appresta a compiere i suoi quarant’anni l’Italia è cambiata e pure il Carroccio non è più quello dei tempi del Senatùr. Niente Padania, niente ampolle sulle acque del Po ma il tentativo ambizioso, lanciato qualche anno fa dall’attuale leader Matteo Salvini, di far della Lega un partito nazionale e non solo settentrionale. Insomma, di conquistare consensi al Sud. Quel tentativo non è andato, per ora, a buon fine anche se la Lega alle europee del 2019 ha raggiunto un risultato storico in termini di voti, oltre il 34%. È durato poco quel successo e adesso la Lega, al governo con il centrodestra e nell’anno del suo compleanno, si appresta a rimisurarsi con le europee. Vedremo come andrà.

Del resto tutto cambia, nella vita. Pure i partiti.

Di Jean Valjean

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