In Europa si ricomincia da 3 (donne)
Sono tre donne, moderate, di centrodestra e anti-sovraniste tra le principali figure ai vertici dell’Unione europea: Roberta Metsola, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde. L’avanzata del riformismo femminile e moderato nei gangli del potere.
In Europa si ricomincia da 3 (donne)
Sono tre donne, moderate, di centrodestra e anti-sovraniste tra le principali figure ai vertici dell’Unione europea: Roberta Metsola, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde. L’avanzata del riformismo femminile e moderato nei gangli del potere.
In Europa si ricomincia da 3 (donne)
Sono tre donne, moderate, di centrodestra e anti-sovraniste tra le principali figure ai vertici dell’Unione europea: Roberta Metsola, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde. L’avanzata del riformismo femminile e moderato nei gangli del potere.
Sono tre donne, moderate, di centrodestra e anti-sovraniste tra le principali figure ai vertici dell’Unione europea: Roberta Metsola, Ursula von der Leyen e Christine Lagarde. L’avanzata del riformismo femminile e moderato nei gangli del potere.
Tre donne. Tre moderate. Di centrodestra. Anti-sovraniste. A guardare i vertici dell’Unione europea dopo la elezione alla presidenza del Parlamento di Roberta Metsola – 43 anni, maltese (quasi italiana) – non si può fare a meno di ragionare sull’avanzata del riformismo femminile e moderato nei gangli del potere. Oltre alla Metsola infatti altre due signore comandano in Ue: la tedesca Ursula von der Leyen, presidente della Commissione, e la francese Christine Lagarde, alla guida della Banca centrale europea nel posto che fu di Mario Draghi.
Tre donne, tre nazionalità diverse, età differenti ma un paio di tratti identitari in comune: tutte moderate (di centrodestra) e tutte europeiste. Una dimostrazione pratica che non servono a nulla i pregiudizi di buonismo e le tatanelle sul politicamente corretto inclusivo che spesso il centrosinistra italiano (ma anche europeo) propina sul cambiare il mondo. Anzi.
Per gli ancora dubbiosi, una ulteriore dimostrazione di questo: la Metsola alla presidenza del Parlamento Ue è stata votata anche dai sovranisti Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Cosa che non accadde con l’italiano David Sassoli e che evidenzia due aspetti politici importanti del presente.
- Uno: il sovranismo come fronte unitario in Ue non esiste più e quel che ne resta è fortemente indebolito.
- Due: lo hanno capito pure i leader italiani della destra che hanno scelto di restare in gioco e cercare di contare, votando appunto una donna del Ppe.
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