La riforma della giustizia: esAgitati
A leggere proclami e reclami, il tutto estremizzato dai giornali, sembra ogni giorno si sia in procinto della fine del mondo o di uno nuovo. Un esempio: la riforma della giustizia
| Politica
La riforma della giustizia: esAgitati
A leggere proclami e reclami, il tutto estremizzato dai giornali, sembra ogni giorno si sia in procinto della fine del mondo o di uno nuovo. Un esempio: la riforma della giustizia
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A leggere proclami e reclami, il tutto estremizzato dai giornali, sembra ogni giorno si sia in procinto della fine del mondo o di uno nuovo. Un esempio: la riforma della giustizia
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A leggere proclami e reclami, il tutto estremizzato dai giornali, sembra ogni giorno si sia in procinto della fine del mondo o di uno nuovo. Un esempio: la riforma della giustizia
Boom! A leggere proclami e reclami, tonitruanti dichiarazioni e frementi indignazioni – il tutto amplificato ed estremizzato dai giornali, senza che ce ne sia alcun bisogno – sembra ogni giorno che si sia in procinto della fine del mondo o di un mondo nuovo, a seconda dei gusti, senza che il giorno appresso ci si ricordi più nemmeno di che diamine si stesse discutendo. Già presi dall’esagitazione per un nuovo tema e fronte. Non so se serva ad attirare l’attenzione dell’opinione pubblica. È comunque un efficacissimo sistema per perdere credibilità.
Prendete il capitolo giustizia: sembra che tutto sia stato riformato o demolito (sempre a seconda dei gusti), mentre invece non è cambiato proprio niente. Il Consiglio dei ministri ha soltanto approvato un disegno di legge dalla portata tematica limitata, che non ha manco iniziato il suo iter parlamentare. Altro che «Fatta la riforma», come strillano i titoli. Se si monta una gran caciara è perché si ritengono più importanti l’annuncio e la denuncia rispetto alla sostanza. Che poi, per carità, non si può avere tutto e subito e quel disegno è un buon punto d’inizio, che condivido. Ma non è una buona cosa che le opposizioni – comprese quelle (Azione e Italia Viva) che dicono di condividere il merito – non sappiano fare altro mestiere che il coro o il controcanto.
Avrebbero potuto osservare:
- È singolare che il governo ci tenga a far sapere che il disegno preparato dal ministro Nordio è stato approvato all’unanimità, come se intendessero coprire dissensi, inducendo così a chiederci quali contrasti abbiano accompagnato tutte le decisioni in cui non s’è rimarcata l’unanimità;
- Cancellazione dell’obbligatorietà dell’azione penale e separazione delle carriere non possono che viaggiare sul diverso binario delle riforme costituzionali, ma i due treni sarebbero dovuti partire assieme, mentre del secondo non c’è traccia neanche in officina;
- Il disegno affronta soltanto alcuni punti, sicché sarebbe interessante sapere se, per il ministro e il governo, esauriscono i temi della legislazione ordinaria o se pensano di predisporre altri disegni. Nel primo caso sarebbe un moncherino; nel secondo si vorrebbe sapere quando arriveranno gli altri pezzi, se lo spezzatino serve ad agevolare i lavori parlamentari o se sul resto non c’era l’unanimità.
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