Nordio confermato, ma reggerà?
| Politica
Giorgia Meloni ha blindato il ministro della Giustizia Carlo Nordio
Nordio confermato, ma reggerà?
Giorgia Meloni ha blindato il ministro della Giustizia Carlo Nordio
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Nordio confermato, ma reggerà?
Giorgia Meloni ha blindato il ministro della Giustizia Carlo Nordio
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AUTORE: Fulvio Giuliani
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha blindato il ministro della Giustizia Carlo Nordio, impegnato in una complessa e dura battaglia politica per riportare le intercettazioni in un alveo di maggior controllo e per evitarne gli abusi – in particolar modo mediatici – che hanno avuto effetti devastanti negli ultimi decenni. Dall’Italia di Tangentopoli in avanti, tanto per capirci.
Una blindatura politica forte, con toni che curiosamente ricordano molto da vicino quelli utilizzati dai presidenti delle squadre di calcio nei confronti degli allenatori in bilico, dopo una serie di sconfitte: Giorgia Meloni ha espresso “piena fiducia” (un classico) nel Guardasigilli, ricordando di averlo “fortemente voluto” nella squadra di governo e che in quest’ultima si respira un ottimo clima.
Non appaia irriverente o superficiale il paragone con gli allenatori in odore di esonero, perché è solare la posizione delicatissima e traballante in cui è automaticamente finito il ministro Nordio, dal momento stesso in cui ha deciso di affrontare il tema intercettazioni con un piglio garantista che in Italia è purtroppo largamente minoritario. Anche in ambienti della maggioranza di governo, composta da partiti che non hanno certo un passato lontano dal giustizialismo e, nel caso della Lega, in quell’humus sono nate traendo parte dell’originaria forza elettorale.
Solo Forza Italia, per intuibili ragioni legate anche alle infinite controversie giudiziaria del proprio leader, ha una posizione storicamente garantista, così come a turno tutti i partiti presenti in Parlamento hanno più o meno ceduto alla tentazione di cavalcare questo o quel provvedimento di una Procura. Ognuno di loro ha avuto atteggiamenti diametralmente opposti, quando un’intercettazione imbarazzante e che non sarebbe mai dovuta finire in televisione, sui giornali o alla radio ha investito rappresentanti di forze avversarie o del proprio partito.
Un circo capace letteralmente di triturare le vite delle persone, del tutto indifferente ai destini personali degli indagati o all’esito di roboanti e infinite inchieste sfociate non di rado nel nulla.
Ecco perché non sapremmo proprio dire quanto il ministro Nordio potrà o vorrà reggere una pressione che potrà solo salire.
Una narrazione del suo tentativo di riforma degli abusi, secondo la quale il ministro della Giustizia viene spesso dipinto come colui che – in nome di un garantismo indifferente e vendicativo nei confronti dei magistrati – vorrebbe impedire di usare le intercettazioni come fondamentale strumento di indagine nei reati più gravi, da quelli di mafia o sulla criminalità organizzata a quelli di natura finanziaria.
Una cosa mai detta e mai scritta, ma che ripetuta ossessivamente fa benissimo il proprio lavoro.
Stare fino in fondo con Carlo Nordio non sarà facile per la maggioranza e per il governo, come paradossalmente testimoniato proprio dall’esigenza di diffondere per iscritto la “conferma” presidenziale di ieri.
Di Fulvio Giuliani
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