Le elezioni amministrative a Foggia
Alle elezioni amministrative di domenica scorsa, il centrosinista con PD e M5S vince a Foggia. Ma sediamo i facili entusiasmi
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Alle elezioni amministrative di domenica scorsa, il centrosinista con PD e M5S vince a Foggia. Ma sediamo i facili entusiasmi
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Le elezioni amministrative a Foggia
Alle elezioni amministrative di domenica scorsa, il centrosinista con PD e M5S vince a Foggia. Ma sediamo i facili entusiasmi
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Alle elezioni amministrative di domenica scorsa, il centrosinista con PD e M5S vince a Foggia. Ma sediamo i facili entusiasmi
Alle elezioni che ci sono state domenica scorsa il centrosinistra ha perso tre volte su quattro – Monza, Trento, Bolzano – e ha vinto la quarta: Foggia. Così ecco subito altisonanti dichiarazioni. Elly Schlein: «Uniti si vince».
A Foggia, infatti, il Pd e il M5S si sono presentati uniti nella versione del cosiddetto “campo largo”. Il foggiano Giuseppe Conte: «Foggia si è data una mossa». E la mossa è la vittoria di Maria Alda Episcopo sostenuta anche e soprattutto dal presidente della Regione Puglia, quel Michele Emiliano che è fortemente convinto della necessità di allargare sempre di più il campo largo fino a farlo diventare extra large. E c’è da scommetterci che ora, dopo la vittoria di Foggia, il centrosinistra aprirà di nuovo il cantiere del “campo largo”, riesumandolo dal “camposanto”.
Eppure, soltanto cinque mesi fa, non lontano da Foggia – a Brindisi – a fare il brindisi per la vittoria fu il centrodestra e la versione larga dell’alleanza politica a sinistra abortì. A Monza, poi, dove Galliani ha preso il posto di Berlusconi, praticamente non ha votato nessuno (il 19%) e a Bolzano ha vinto chi parla tedesco e i separatisti hanno fatto un gran passo in avanti. Insomma, non ce n’è per nessuno.
Ma restiamo a Foggia: non converrebbe dunque mantenere la calma, non farsi prendere dai facili entusiasmi e capire che in fondo Foggia non fa una primavera di rinascita e al momento si va incontro all’inverno? Sì, converrebbe. Ma da quelle parti, a Foggia e dintorni, si tende a guardare il proprio ombelico come se fosse il mondo, mentre il mondo non sa che farsene degli ombelichi di nessuno.
Oggi il limite più evidente della sinistra italiana – nelle sue varie versioni larghe, ristrette, riflessive, populiste – è proprio il mondo. Il capo del governo, Giorgia Meloni, è più all’estero che in Italia. Ha capito una cosa fondamentale: i problemi italiani hanno soluzione internazionale. E in un mondo in tempesta, il capo del governo italiano – che ha più preoccupazioni dalla sua vita privata che dalla vita pubblica – ha fatto scelte giuste e ha conquistato un consenso istituzionale europeo e internazionale che, piaccia o no, fa di lei un politico autorevole e affidabile.
La stessa cosa non si può dire della sinistra, sia con il Pd sia con il M5S. Le piazze italiane che in questi giorni si sono riempite con indecenti manifestazioni a favore di Hamas (che terrorizza Israele e tiene in ostaggio i palestinesi) hanno una loro collocazione politica che tende a sinistra. Così il Pd – facciamo l’esempio del partito più grande e approssimativamente più autorevole della eventuale coalizione – è strabico: nelle parole si schiera con Israele, ma il suo elettorato ripete oscenità antisemite come se stesse bevendo un bicchiere d’acqua.
In questa situazione di disorientamento non soltanto politico ma perfino spirituale la vittoria di Maria Alda Episcopo a Foggia non significa nulla, se non che i foggiani l’hanno riconosciuta come la persona che può provare a voltare pagina in un’amministrazione comunale dopo due lunghi anni di commissariamento prefettizio in seguito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose della precedente amministrazione di centrodestra.
Il mondo non è Foggia e a Foggia non ha vinto il “campo largo”. Non hanno vinto né Conte né Schlein né Emiliano ma Episcopo, che ora capirà subito che una cosa è la campagna elettorale e un’altra l’amministrazione cittadina. È inutile vedere a Foggia ciò che non c’è, è inutile fare di Foggia una sineddoche, è inutile fare come a Foggia perché sarebbe soltanto aggiungere illusione a illusione. E la maggiore delle illusioni è quella che ha in pugno la sinistra italiana dalla nascita della seconda Repubblica: mettere insieme tutto e il contrario di tutto pur di vincere. E così si perde. Perché il vero problema è essere credibili come forza di governo.
di Giancristiano Desiderio
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