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L’istinto della caverna

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Quanto subito ieri da Francesca Pascale è uno spettacolo oltremodo imbarazzante, cronaca da caverna
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L’istinto della caverna

Quanto subito ieri da Francesca Pascale è uno spettacolo oltremodo imbarazzante, cronaca da caverna
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L’istinto della caverna

Quanto subito ieri da Francesca Pascale è uno spettacolo oltremodo imbarazzante, cronaca da caverna
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Francesca Pascale ha stabilito il classico record difficilmente eguagliabile: prima si è fatta sinceramente detestare da tutto il mondo di sinistra e comunque antiberlusconiano. Nelle vesti di compagna del leader di Forza Italia – diciamola tutta – era la “favorita“, nell’immaginario di innumerevoli femministe, donne (e uomini) di sinistra. Poi si è tramutata nel bersaglio mobile ideale della destra, avendo abbandonato il Cavaliere e addirittura aver scelto di condividere la propria vita con una donna, convolando a unione civile con la cantante Paola Turci. La Pascale, abbracciando con entusiasmo sincero e rumoroso le battaglie Lgbtq+, è risorta come l’araba fenice agli occhi degli ex avversari ed è finita nel centro del mirino di polemiche spesso volgari, insinuanti, se non direttamente di quarta categoria. Come ieri a Milano, in occasione della manifestazione di protesta seguita alla vicenda dello stop alla registrazione dei figli delle coppie omosessuali. Francesca Pascale è stata avvicinata da un giornalista che non nomineremo, perché il vero e proprio agguato mediatico alla stessa Pascale era stato evidentemente pensato per ottenere visibilità e clamore. Quindi, il nome non lo faremo: conterà poco, ma così è. Scritto ciò, torniamo a ieri: il suddetto giornalista ha avvicinato la ex compagna di Berlusconi chiedendole se fosse “lesbica“ già ai tempi di Silvio (really?!) e ricordandole provocatoriamente i tempi in cui girava gli spot per il gelato Calippo, mettendosi tutto felice a motteggiare sulla supposta passione della Pascale per il “lecca lecca“. Uno spettacolo oltremodo imbarazzante (per lui), pura cronaca dalla caverna. Sul serio siamo ancora alle battute in pubblico sul “lecca lecca”, per intimidire o ridicolizzare una donna? È vero che non dovremmo più meravigliarci di nulla, in particolar modo del Gran Premio della volgarità perennemente in corso in questo benedetto Paese, ma per una volta vogliamo proprio meravigliarci. Il “lecca lecca“, nel 2023… incredibile. Forse, siamo semplicemente senza speranza. di Fulvio Giuliani 

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