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Sanità al Sud: il fallimento che nessuno vuole pagare

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La questione ospedaliera e della sanità del Sud è una parte rilevantissima della questione meridionale del XXI secolo

Sanità al Sud: il fallimento che nessuno vuole pagare

La questione ospedaliera e della sanità del Sud è una parte rilevantissima della questione meridionale del XXI secolo

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Sanità al Sud: il fallimento che nessuno vuole pagare

La questione ospedaliera e della sanità del Sud è una parte rilevantissima della questione meridionale del XXI secolo

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Una volta c’erano gli intoccabili (“The Untouchables”, film di Brian De Palma), oggi ci sono gli irresponsabili. Son quasi la stessa cosa. Anche gli irresponsabili credono d’essere intoccabili. E forse lo sono. Il fatto, di cui si è parlato poco, è questo: la questione ospedaliera del Sud è una parte rilevantissima della questione meridionale del XXI secolo. I dati dell’Agenzia nazionale di valutazione per i servizi sanitari (Agenas) sono impietosi. Non dicono cose che non si sapessero ma leggerle nero sul bianco fa sempre un certo effetto e scorrere i risultati dei primati negativi induce a un solo pensiero: speriamo di non ammalarci, altrimenti inizia un’odissea (odissea che molti hanno già affrontato direttamente o per triste esperienza familiare).

Ma si può vivere con questo sentimento d’angoscia che in altre regioni d’Italia è ignoto? Si può puntare tutto sul fato o sul classico napoletano “Basta che ci sta la salute”? No. Tuttavia, questa è la situazione: 51 ospedali della Campania sono stati bocciati perché non forniscono prestazioni sanitarie adeguate. È il dato negativo più alto in Italia. La Campania (qui vivo, qui scrivo) è maglia nera nazionale. Una giornata di ricovero in un ospedale del Sud costa fino a quattro volte di più rispetto a una in un ospedale del Nord. Insomma, costi maggiori e servizi minori. Danno e beffa. La questione ospedaliera è molto, molto di più di una cattiva gestione: è, appunto, “questione meridionale”.

La domanda è: perché le regioni del Sud non funzionano e le regioni del Nord funzionano? La causa non riguarda i finanziamenti, perché maggiori risorse non si traducono in migliori servizi ma in più sprechi. È una squisita questione di malgoverno. Chi amministra al Sud e il Sud sostiene che con l’autonomia differenziata si spaccherebbe l’Italia, ma guardando la realtà è vero il contrario: l’Italia è spaccata ora e con l’autonomia – che prevede i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni in servizi necessari) – chi governa verrebbe semmai messo nelle condizioni di rispondere del suo lavoro, positivo o negativo. Si introdurrebbe nel sistema il sacrosanto principio di responsabilità che è il cuore e la testa di ogni vita civile basata su governo e suo controllo. Ma proprio qui è il marcio: la classe politica e dirigente meridionale questa cosa non la vuole sentire. Vuole essere per principio irresponsabile ossia senza controllo. Sa solo indicare i colpevoli che sono altrove – il Nord, i Piemontesi, Roma, le risorse, il fascismo, il lupo, Calderoli – e che sono soltanto alibi e bugie.

La campagna elettorale che si è appena conclusa è stata lunare. Alla lettera: si è svolta sulla Luna. La classe irresponsabile sa solo fare inconcludente propaganda intorno a ospedali-fantasma – come (cito casi a me vicini) a Sant’Agata de’ Goti, a San Bartolomeo in Galdo e tra poco anche a Benevento, il cui ospedale civile rischia di essere assorbito da Avellino – per chiedere alla Luna o a Giove d’avere ospedali senza servizi con costi quattro volte superiori a un ospedale di Bergamo, per poi assistere all’esodo dei pazienti malati campani che vanno a curarsi al Nord e avere così per la Regione Campania rimborsi meno cari che alimentano il circolo vizioso dell’improduttività sanitaria, del clientelismo politico e del degrado civile.

La classe irresponsabile non risponde perché ha il conforto della società. A fronte di questo disastro conclamato, che riguarda peraltro un solo settore della vita incivile, non c’è altro da dire che ormai soltanto l’autonomia differenziata ci può salvare. Perché è salvifica? No. Non lo è. Ha un unico pregio: toglie gli alibi alla classe degli irresponsabili.

di Giancristiano Desiderio

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