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Schlein

Il problema della Schlein non è il trench

Il problema non è l’intervista di Elly Schlein a Vogue, ma provare a capire cosa voglia dire – politicamente parlando – la neo eletta segretaria del Pd
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Il problema della Schlein non è il trench

Il problema non è l’intervista di Elly Schlein a Vogue, ma provare a capire cosa voglia dire – politicamente parlando – la neo eletta segretaria del Pd
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Il problema della Schlein non è il trench

Il problema non è l’intervista di Elly Schlein a Vogue, ma provare a capire cosa voglia dire – politicamente parlando – la neo eletta segretaria del Pd
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Il problema non è l’intervista di Elly Schlein a Vogue, ma provare a capire cosa voglia dire – politicamente parlando – la neo eletta segretaria del Pd
Un paio di premesse sono d’obbligo: ognuno, ogni leader politico, può decidere di concedere un’intervista a chi gli pare. Non c’è scritto da nessuna parte che il segretario di un partito di (presunta) sinistra non possa scegliere Vogue, superpatinata pubblicazione di caratura globale, per la prima intervista a un magazine. Vogue Italia ha fatto un bel colpo intervistando Elly Schlein e chi provi a sminuire, fare delle ironia fine a se stessa in ambito giornalistico sta masticando amaro e invidiando, pratica comune quanto vagamente patetica. Siamo arrivati a leggere che la numero uno del Partito democratico, scegliendo di farsi intervistare in Tv da Cattelan e non da Formigli avrebbe fatto una scelta “politica“. Testuale. Come se taluni conduttori detenessero improbabilissimi scettri di credibilità, serietà e peso a dispetto di altri. Pensieri evanescenti. Esaurite le premesse, il problema non è l’intervista di Elly Schlein a Vogue, ma provare a capire cosa voglia dire – politicamente parlando – la neo eletta segretaria del Pd. I suoi trench possono piacere o meno, la pensosa riflessione sull’armocromista è una dichiarazione d’intenti radical chic come non se ne leggevano da tempo (anche coraggiosa, a suo modo, perché raggiunge distanze dal cosiddetto “popolo di sinistra” che in confronto Renzi è Che Guevara), discettare di beauty è uno scandalo solo per i benpensanti, ma resta il punto: quale sarebbe il pensiero politico di Elly Schlein? “Se non ti occupi della politica, la politica si occupa comunque di te” è un po’ pochino, mentre su tutti i temi realmente sensibili e dirimenti, la leader dem porta avanti uno sfinente equilibrismo. Persino sul termovalorizzatore di Roma non è riuscita a prendere una posizione chiara e realmente sua. Ha detto ‘Sì’, ma solo perché la scelta sarebbe stata “ ereditata“, senza farci sapere cosa pensi della soluzione necessaria a ripulire una buona volta la capitale. Sull’Ucraina, gioca a nascondino, sui grandi fronti etici dice di avere le sue idee, ma di rispettare “l’anima cattolica” del Pd: ci mancherebbe pure non fossero rispettate le diverse anime di qualsiasi partito, ma quali sarebbero le battaglie su cui impegnarsi nella lunga traversata del deserto all’opposizione? Parlare genericamente di “diritti” va bene in testa a un corteo e anche in un’intervista a Vogue – in cui legittimamente si punta ad altro anche se non si capisce a cosa e a chi – ma sarebbe carino avere uno straccio di idea dell’Italia dei prossimi anni secondo Elly Schlein.  Come pensa di gestire l’immigrazione, oltre la propaganda contro il governo (facendo esattamente oggi quello che faceva ieri Giorgia Meloni, a posizioni invertite)? Come pensa di far crescere il Paese? Cosa propone riguardo il cruciale Patto di stabilità? Come pensa di affrontare il tema energetico? Che idea ha dell’Italia in politica estera, oltre la tragedia Ucraina, nel cui dibattito non ha avuto un ruolo? Si può rispondere anche in trench di Fulvio Giuliani 

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