Scuola, stop a schwa e asterischi nelle comunicazioni ufficiali. Valditara: “Serve rispetto per l’italiano”
Non si potranno utilizzare più schwa (ə) e asterischi (*) nelle comunicazioni ufficiali a scuola. È questa la decisione presa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara

Scuola, stop a schwa e asterischi nelle comunicazioni ufficiali. Valditara: “Serve rispetto per l’italiano”
Non si potranno utilizzare più schwa (ə) e asterischi (*) nelle comunicazioni ufficiali a scuola. È questa la decisione presa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara
Scuola, stop a schwa e asterischi nelle comunicazioni ufficiali. Valditara: “Serve rispetto per l’italiano”
Non si potranno utilizzare più schwa (ə) e asterischi (*) nelle comunicazioni ufficiali a scuola. È questa la decisione presa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara
Stop a schwa (ə) e asterischi (*) nelle comunicazioni ufficiali a scuola. È questa la decisione presa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, guidato da Giuseppe Valditara. La decisione arriva dopo diverse segnalazioni. Di casi in cui – per quanto riguardava le comunicazioni scolastiche ufficiali – venivano utilizzati tali simboli, usati in quanto “inclusivi” poiché “senza genere”. Per fare un esempio: la parola “Tutt*” anziché il maschile “Tutti” o il femminile “Tutte”.
A tutti i dirigenti scolastici – sia delle scuole statali che paritarie – e ai direttori generali degli uffici scolastici regionali è arrivato un comunicato. In cui viene spiegato come nelle comunicazioni ufficiali sia “imprescindibile il rispetto delle regole della lingua italiana. L’uso di segni grafici non conformi, come l’asterisco (*) e lo schwa (ə), è in contrasto con le norme linguistiche. E rischia di compromettere la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”.
Inoltre, nella circolare si sottolinea che “l’Accademia della Crusca ha, infatti, più volte evidenziato che queste pratiche non sono grammaticalmente corrette. E che il loro impiego, specialmente nei documenti ufficiali, ostacola la leggibilità e l’accessibilità dei testi”.
di Filippo Messina
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