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Caivano

A Caivano non soltanto passerelle dei ministri

Il governo Meloni ha virato con tutte le sue forze, anche mediatiche, sul Parco Verde di Caivano. Una sfida assai complicata. Quel “Mai più zone franche” è un impegno pesante
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A Caivano non soltanto passerelle dei ministri

Il governo Meloni ha virato con tutte le sue forze, anche mediatiche, sul Parco Verde di Caivano. Una sfida assai complicata. Quel “Mai più zone franche” è un impegno pesante
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A Caivano non soltanto passerelle dei ministri

Il governo Meloni ha virato con tutte le sue forze, anche mediatiche, sul Parco Verde di Caivano. Una sfida assai complicata. Quel “Mai più zone franche” è un impegno pesante
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Il governo Meloni ha virato con tutte le sue forze, anche mediatiche, sul Parco Verde di Caivano. Una sfida assai complicata. Quel “Mai più zone franche” è un impegno pesante
I lavori di bonifica al centro sportivo degli orrori (con l’impianto che sarà affidato alle Fiamme Oro) e l’impegno sottoscritto dal Ministero dell’Istruzione con alcune scuole di Caivano fra potenziamento dell’organico dei docenti, scuole e biblioteche aperte e un tablet per ogni studente. Alle prese con le difficoltà oggettive sul piano economico confluite nella legge di bilancio, il governo Meloni ha virato con tutte le sue forze, anche mediatiche, sul Parco Verde di Caivano. Una sfida assai complicata: il Consiglio comunale si è sciolto il 31 agosto e due giorni fa il Consiglio dei ministri ha incaricato tre commissari per 18 mesi. In più, il governo ha voluto nominare un commissario alla riqualificazione del Comune, Fabio Ciciliano. Insomma, è un all-in su uno dei quartieri più complessi d’Italia. Domani a Palazzo Chigi ci sarà la presentazione del progetto di riqualificazione dell’ex centro sportivo Delphinia, per il quale saranno investiti circa 10 milioni di euro. Oltre alla visita della presidente del Consiglio il 31 agosto, sono già apparsi al Parco Verde in due occasioni il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Si è visto anche il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, presto arriveranno anche il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e quello della Cultura Gennaro Sangiuliano. Non si nega un passaggio a nessuno, compresa la fotonotizia con il parroco anticamorra don Patriciello. Pare una passerella, anche se i titolari del dicasteri non fanno altro che ripetere che si tratti piuttosto della prova della presenza dello Stato. La sensazione è che la verità sia nel mezzo. Il governo vuole rendere Caivano un modello operativo per i quartieri complicati da rilanciare in Italia. Un «luogo pilota», come ha ribadito il sottosegretario Mantovano. È un segnale da lanciare e che, producendo effetti immediati – come l’inizio della bonifica del centro sportivo luogo degli stupri (che dovrebbe essere completata entro maggio del prossimo anno) e l’investimento sulla scuola con il potenziamento degli organici – rappresenta un inizio per un territorio martoriato dalla violenza. Ma forse è il momento che vada limitata la ricerca quasi ossessiva della scena mediatica fra le rovine del Parco, a uso e consumo della popolarità dell’esecutivo anche agli occhi dell’Europa. Quel «Mai più zone franche» annunciato da Giorgia Meloni è un monito e anche un impegno pesante. Dopo l’abbuffata di ministri, di primi interventi, di promesse e di sfide al malaffare, il lavoro sul Parco Verde sarà di lungo respiro. Il sistema criminale cercherà di non perdere il suo giro d’affari. Serviranno attenzione, metodo e risorse anche quando le luci di smartphone e telecamere saranno meno reattive.   di Marco Carta

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