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A Torino vietato fumare all’aperto a meno di 5 metri dalle altre persone

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A Torino sarà vietato fumare all’aperto a una distanza inferiore ai 5 metri da altre persone, a meno che non si ottenga da queste un consenso esplicito

A Torino vietato fumare all’aperto a meno di 5 metri dalle altre persone

A Torino sarà vietato fumare all’aperto a una distanza inferiore ai 5 metri da altre persone, a meno che non si ottenga da queste un consenso esplicito

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A Torino vietato fumare all’aperto a meno di 5 metri dalle altre persone

A Torino sarà vietato fumare all’aperto a una distanza inferiore ai 5 metri da altre persone, a meno che non si ottenga da queste un consenso esplicito

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Stando alla delibera approvata ieri dal Consiglio comunale (su proposta del radicale Silvio Viale), a Torino sarà vietato fumare all’aperto a una distanza inferiore ai 5 metri da altre persone, a meno che non si ottenga da queste un consenso esplicito. Il divieto riguarda tutti i dispositivi: non soltanto le sigarette ma anche il sigaro, la pipa, il tabacco riscaldato e le chiacchieratissime sigarette elettroniche, da sempre causa di dubbi sul loro status sia da parte dei consumatori che della legislazione stessa. La sanzione amministrativa per chi viola il regolamento è stata fissata in 100 euro, alla pari di quelle già previste per il fumo nelle aree gioco per bambini.

Torino segue così Milano, la prima città in Italia ad aver disposto nel 2021 il divieto (più o meno rispettato) di fumo all’aperto in alcune aree della città. Lo stesso promotore dell’iniziativa – definita “distanza di cortesia per i fumatori” – ha sottolineato la sua valenza più culturale che normativa: «Può essere considerata una misura sanitaria, ma è soprattutto una questione culturale di rispetto dei non fumatori e di buona educazione» ha spiegato Viale.

Insomma, siamo ben lontani dal concetto di città smoke free sullo stile di Melbourne e sarebbe impensabile ambire a esserlo. Non fumare in faccia a chi non apprezza dovrebbe essere il minimo sindacale della cortesia. Una qualità perduta nel tempo, forse. Ma sperare di recuperarla a colpi di divieti per legge è la via più sbagliata.

di Margherita Medici

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