A Singapore l’85% dei residenti ultra-dodicenni è già vaccinato contro il Covid, ma la parziale riapertura delle frontiere ha causato un aumento senza precedenti dei contagi, a partire da settembre di quest’anno. Il governo locale, che con misure molto rigide era riuscito a mantenere al minimo infezioni e decessi nei primi 15 mesi di pandemia, constatato che il Covid si diffonde ora in forma grave quasi unicamente tra la residua popolazione non vaccinata, ha deciso di ritirare, a partire dal prossimo mese, il beneficio dell’assistenza sanitaria gratuita ai non vaccinati. Lo Stato potrà finanziare il costo delle cure, per i residenti che si ammalano di Covid, ma poi gli interessati non vaccinati (o i loro eredi) dovranno pagare il conto di tasca propria.
Singapore è un Paese molto ben amministrato, divenuto in pochi decenni uno dei più prosperi del pianeta, ma anche noto per le caratteristiche paternaliste e ordo-liberali, per dirla alla tedesca, del suo governo. In Europa, non credo che una misura del genere, pur logicamente comprensibile, possa essere adottata in mancanza di un obbligo vaccinale sancito con legge e punito esplicitamente con la perdita della copertura sanitaria pubblica, provvedimento che sarebbe peraltro considerato da molti di dubbia costituzionalità, oltre che di difficile applicazione concreta.
Detto questo, e considerato che l’introduzione del Green Pass in Europa ha già messo sotto forte pressione i non vaccinati per scelta, c’è da chiedersi se non sarebbe giustificato e ragionevole rendere esplicitamente responsabili per legge i no-vaxer delle conseguenze su terzi della loro, peraltro legittima, scelta di rifiutare il vaccino. Insomma, se io per scelta rifiuto il vaccino, e poi sfortunatamente mi ammalo e muoio, sono ‘causa del mio mal’ e la cosa, per così dire, finisce lì. Ma se io prima di tirare le cuoia infetto altri – ad esempio vaccinati immunodepressi o persone che non possono vaccinarsi per motivi medici – e costoro finiscono all’ospedale o ci lasciano la pelle, non sarebbe ragionevole consentire alle vittime della mia consapevole negligenza, o ai loro eredi, di vincere una causa per danni, rivalendosi sul mio eventuale patrimonio?
Insomma, ciascuno deve restare libero delle proprie scelte, ma il confine della mia libertà si trova sempre dove comincia la tua libertà ed è ragionevole rendere tutti economicamente responsabili delle conseguenze delle proprie scelte. Altrimenti non c’è libertà, ma anarchia.
di Ottavio Lavaggi
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