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Azzuffarsi per Halloween

Il sindaco di Beura diffonde una lettera aperta in cui stigmatizza le celebrazioni della ricorrenza. A Casette di Legnago (Verona) il parroco organizza una “contro-celebrazione”

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Azzuffarsi per Halloween

Il sindaco di Beura diffonde una lettera aperta in cui stigmatizza le celebrazioni della ricorrenza. A Casette di Legnago (Verona) il parroco organizza una “contro-celebrazione”

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Azzuffarsi per Halloween

Il sindaco di Beura diffonde una lettera aperta in cui stigmatizza le celebrazioni della ricorrenza. A Casette di Legnago (Verona) il parroco organizza una “contro-celebrazione”

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Il sindaco di Beura diffonde una lettera aperta in cui stigmatizza le celebrazioni della ricorrenza. A Casette di Legnago (Verona) il parroco organizza una “contro-celebrazione”

Come ogni anno alla fine di ottobre arriva Halloween, con la consueta scia di polemiche fra coloro che ne rimarcano l’estraneità alle nostre tradizioni, chi la taccia di essere una ricorrenza meramente commerciale e quelli che addirittura ne condannano la natura ‘demoniaca’. Piccolo riassunto: il primo riferimento storico è alla festa celtica di Samhain, una sorta di Capodanno che segnava il passaggio dalla stagione estiva a quella invernale. Secondo le leggende popolari, era il momento in cui il mondo terreno e quello dell’aldilà si incontravano. Abolita dai Romani, dopo la conquista di quelle terre, l’usanza ricomparve nel 1795 in Scozia, quando iniziò a essere celebrata la giornata dell’“All Hallow’s Eve” ovvero la vigilia della festa dei santi ispirata alla vecchia tradizione e festeggiata il giorno precedente a quello della ricorrenza cattolica. La tradizione, complici le ondate migratorie verso il Nuovo Mondo, raggiunse poi gli Stati Uniti.

La pratica del “Dolcetto o scherzetto” risale invece al Medioevo, quando i mendicanti che vagavano di porta in porta erano soliti richiedere cibo in cambio delle preghiere per le anime dei morti. Quanto alla pratica di intagliare le zucche, l’origine è irlandese e si rifà alla storia di Jack-o’-Lantern. La leggenda narra di come il fabbro Stingy Jack, che aveva il vizio di bere, vendette la sua anima al diavolo pur di pagare i propri debiti. Morì l’anno successivo (proprio la notte di Halloween) e, una volta salito in Paradiso, venne subito spedito all’Inferno. Fu però cacciato anche da Satana, che gli lanciò contro un tizzone ardente: l’uomo lo raccolse e lo pose dentro una rapa cava per farsi luce, come fosse una lanterna che avrebbe dovuto illuminare il suo cammino nel perpetuo peregrinare fra i cieli e gli inferi.

Chi fra i detrattori di Halloween ne mette in risalto il presunto legame con il satanismo, ignora che le eventuali leggende con il diavolo come protagonista sono da attribuirsi più alla matrice cristiana della ricorrenza che non a quella celtica e pagana. E che, in molte culture, l’elaborazione della morte mediante manifestazioni folkloristiche è stata spesso utilizzata per affrontare la vita senza il costante timore della sua fine. Un ulteriore punto è quello legato alla difesa dei valori. A sostegno di tale tesi vengono anche messe in campo iniziative, come quella del sindaco leghista di Beura, Comune piemontese di 1.400 abitanti della Bassa Ossola, che ha diffuso una lettera aperta in cui stigmatizza le celebrazioni della ricorrenza, accusandola di educare i bambini «al male e al brutto» e rimarcando che la vita dev’essere volta piuttosto alla bellezza e alla positività. Fra le file degli anti Halloween va annoverato anche il parroco di Casette di Legnago (Verona), che ha organizzato una ‘contro-celebrazione’ durante cui i bambini vengono invitati a festeggiare travestendosi da santi o – più semplicemente – indossando gli abiti di chi compie buone azioni (per esempio i loro genitori). Aspetto, quest’ultimo, che ha un suo fondamento, a patto che ve ne siano i presupposti. E che in ogni caso andrebbe ricordato ogni giorno, indipendentemente da Halloween. Quantomeno per una questione di buon senso.

Di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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