Cherchez la femme, anzi no. Cherchez iel. Se oggi fosse ancora tra noi, lo scrittore Alexandre Dumas padre trasecolerebbe. A lui infatti è stata attribuita la famosa battuta, «Cercate la donna». Superata, dal momento che la Francia sta discutendo di una questione linguistica per oltrepassare i generi: il pronome neutro iel e il suo inserimento nell’edizione digitale del dizionario Petit Robert.
Trattasi di un neologismo figlio dell’accoppiamento (sempre linguistico) di due pronomi: il (lui, in italiano) ed elle (lei). Iel è usato in Francia dalle persone che non si riconoscono né nel genere maschile né in quello femminile. Con un certo coraggio è intervenuta sulla questione la première dame Brigitte Macron per sottolineare che «la lingua è così bella e due pronomi vanno bene». Come darle torto! Capiamo i gusti liberi ma questo fottersi la lingua francese ha più il sapore di un capriccio che della libertà.
Pensiamo soltanto per un attimo a un capolavoro come il film di Claude Lelouch “Un homme et une femme”: dovrebbe diventare “Un homme, une femme et iel”? Oppure a una canzone, laica e irriverente, come “Elle est si” di Serge Gainsbourg, con quel ritornello «Elle est si grosse que je lui dis vous / Elle est si chatte que je lui dis mou».
In cosa dovrebbe trasformarsi? In «Iel est si grosse» eccetera, eccetera, in nome del diritto linguistico a sentirsi neutri. Suvvia, non scherziamo. Cerchiamo di evitare, in questi tempi già difficili, almeno il facile conformismo dell’essere neutrali.
Jean Valjean
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