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cioccolato all'italiana

Cioccolato all’italiana

A São Tomé, se chiedete alla gente del posto chi è l’uomo conosciuto come “l’italiano”, potreste ritrovarvi conquistati dal racconto della vita di Claudio Corallo, che è riuscito a creare il cioccolato più puro del mondo

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Cioccolato all’italiana

A São Tomé, se chiedete alla gente del posto chi è l’uomo conosciuto come “l’italiano”, potreste ritrovarvi conquistati dal racconto della vita di Claudio Corallo, che è riuscito a creare il cioccolato più puro del mondo

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Cioccolato all’italiana

A São Tomé, se chiedete alla gente del posto chi è l’uomo conosciuto come “l’italiano”, potreste ritrovarvi conquistati dal racconto della vita di Claudio Corallo, che è riuscito a creare il cioccolato più puro del mondo

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A São Tomé, se chiedete alla gente del posto chi è l’uomo conosciuto come “l’italiano”, potreste ritrovarvi conquistati dal racconto della vita di Claudio Corallo, che è riuscito a creare il cioccolato più puro del mondo

L’arcipelago di São Tomé e Príncipe è composto da una ventina di isole nell’Oceano Atlantico al largo dell’Africa centro-occidentale, nel Golfo di Guinea. Se chiedete alla gente del posto chi è l’uomo conosciuto come “l’italiano”, potreste ritrovarvi conquistati da un racconto. Che fonde in sé il romanzo d’avventura, una storia imprenditoriale e la narrazione di una di quelle imprese apparentemente impossibili. Che invece finiscono per cambiare il corso delle cose.

Il nostro protagonista è un agronomo di Sesto Fiorentino che ha fatto fortuna nella produzione del cacao. Si chiama Claudio Corallo. A São Tomé ci arriva negli anni Novanta, dopo averne trascorsi circa quindici nell’allora Zaire. L’obiettivo è fornire un approccio artigianale e innovativo alla coltivazione e alla lavorazione del cacao, per giungere a un cioccolato di qualità eccelsa. Mai visto sino ad allora. Corallo è senza dubbio un visionario, applica i fondamenti scientifici appresi durante la sua formazione per fonderli con l’estro e l’intuizione. Studia, analizza, scopre la correlazione fra clima, conformazione del terreno e proprietà organolettiche del cacao. Diventa una sorta di riferimento nel suo campo per l’innovatività dei suoi metodi. Un percorso che sembra indirizzato verso il successo, senza particolari elementi che possano intralciarne l’ascesa.

Fino al 1998. Nel corso di quell’anno São Tomé si ritrova invischiata nel mezzo di una crisi politica senza precedenti che porta, nell’arco di pochi mesi, a un colpo di Stato militare. E alla guerra civile. In questo clima caotico la sicurezza dei cittadini – e degli stranieri in particolare – si trova decisamente a rischio. Sospeso fra i pericoli per l’incolumità sua e del suo team e l’impossibilità di lasciare l’isola, Corallo fa una scelta drastica ma necessaria. Insieme ad altri espatriati e dissidenti locali, sceglie di rifugiarsi nella foresta. Seppur distante dai combattimenti che stanno devastando l’area, il gruppo di fuggitivi vive un’esperienza comunque estrema. Fatta di stenti e incertezze. In cui l’unico sostegno viene dalle popolazioni indigene che, a rischio della vita, si introducono nella boscaglia per portare aiuto e beni di prima necessità a Corallo e compagni.

Quando le tensioni interne si placano, l’imprenditore toscano potrebbe lasciare tutto e tornare in Italia. E invece no. Sceglie di rimanere lì per continuare il suo lavoro, anche come forma di ringraziamento verso quella gente che lo aveva sostenuto in quei difficili giorni trascorsi in nascondigli improvvisati fra gli alberi. Armato di determinazione e amore per la sua missione, Corallo investe ancora più energie nella produzione di cacao, perfezionando ulteriormente i suoi metodi e dedicandosi anima e corpo alla sua ricerca dell’eccellenza.

Nel giro di pochi anni il suo nome diviene sinonimo di innovazione e le sue tecniche di produzione vengono imitate in tutto il mondo. A oggi il cioccolato da lui prodotto è considerato il più puro in assoluto, apprezzato e richiesto nei quattro angoli del pianeta. Ma la sua storia, al di là del successo professionale, è una prova tangibile di come la passione e la resilienza possano trasformare le avversità in opportunità.

Una vicenda che merita di essere ricordata, per ispirare chiunque creda nei sogni e nella forza della volontà e per dimostrare che, anche nei momenti più bui, è possibile trovare la luce. Che, alle volte, può nascondersi anche dentro un chicco di cacao.

Di Stefano Faina e Silvio Napolitano

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