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Bambini a che età cellulare

Essere genitori oggi, il coraggio che manca di dire di no

A Belluno 50 genitori, con il sostegno della scuola e del comune, si impegnano a non regalare lo smartphone prima dei 12 anni. Così nessuno si sentirà escluso
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Essere genitori oggi, il coraggio che manca di dire di no

A Belluno 50 genitori, con il sostegno della scuola e del comune, si impegnano a non regalare lo smartphone prima dei 12 anni. Così nessuno si sentirà escluso
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Essere genitori oggi, il coraggio che manca di dire di no

A Belluno 50 genitori, con il sostegno della scuola e del comune, si impegnano a non regalare lo smartphone prima dei 12 anni. Così nessuno si sentirà escluso
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A Belluno 50 genitori, con il sostegno della scuola e del comune, si impegnano a non regalare lo smartphone prima dei 12 anni. Così nessuno si sentirà escluso
Se è vero che l’unione fa la forza, bene hanno agito quei genitori di Belluno che stanno facendo il possibile per evitare che i propri figli  posseggano un cellulare. Con il sostegno della scuola e del comune, 50 famiglie hanno siglato un patto in cui si impegnano a non regalargli uno smartphone prima dei 12 anni. Ne è nata un’associazione che prende il nome di “Famiglie in connessione”. Naturalmente sarebbe anacronistico voler imporre un digiuno totale dai dispositivi elettronici. Si chiede solo che ogni cosa avvenga a suo tempo. Invece l’età in cui si regala il primo cellullare si sta abbassando in maniera preoccupante. Online girano dei video con dei bambini piccolissimi che per guardare meglio una figura su un libro provano a zoomare con le dita il foglio di carta. Sono casi estremi ma sintomatici. Oggi tutto succede prima: il primo pigiama party, il primo week-end fuori casa, la prima pizza con gli amici da soli al ristorante. Tutte cose che i genitori, a suo tempo, si sono dovuti sudare con fatica. Va specificato che i rischi legati al telefonino – al di là del potenziale pedofilo (l’ipotesi più remota) –  sono legati anche a un suo non utilizzo. Un ragazzino delle medie che non possiede un cellulare rischia infatti l”isolamento con conseguenze facilmente immaginabili.  Prima di essere un gruppo online però, servirebbe esserlo nella vita reale. La prima delusione, il primo amore, la prima grossa arrabbiatura dovrebbero essere vissute occhi negli occhi e non attraverso uno schermo. Se ci troviamo davanti a una generazione sempre più insicura e sola, una parte della responsabilità è da addossare a quei genitori che decidono di non scegliere, uniformandosi a ciò che fanno gli altri per paura di deludere il proprio figlio o peggio ancora di perderne la fiducia. Essere genitori oggi non è facile: non lo è mai stato per ragioni sempre diverse. Ecco perché è più che mai utile sostenersi reciprocamente, altrimenti è facile perdere. E perdersi. Fare squadra fa parte del percorso di crescita. Di genitori e di figli. Quelle mamme e papà di Belluno che hanno deciso di scegliere, hanno fatto loro quello che recita un antico detto africano: “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”. I tempi potranno pure cambiare ma i sentimenti, fortunatamente, restano immutati.    

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