Figli e mamme che lavorano
Poco più del 25% delle famiglie italiane nel 2040 avrà un figlio: è l’allarme del Censis a cui si aggiunge il complesso rapporto mamme-lavoro
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Figli e mamme che lavorano
Poco più del 25% delle famiglie italiane nel 2040 avrà un figlio: è l’allarme del Censis a cui si aggiunge il complesso rapporto mamme-lavoro
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Figli e mamme che lavorano
Poco più del 25% delle famiglie italiane nel 2040 avrà un figlio: è l’allarme del Censis a cui si aggiunge il complesso rapporto mamme-lavoro
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Poco più del 25% delle famiglie italiane nel 2040 avrà un figlio: è l’allarme del Censis a cui si aggiunge il complesso rapporto mamme-lavoro
Sono giorni che ci fasciamo la testa leggendo di un Paese destinato nel giro di poco più di 15 anni ad avere solo un quarto delle famiglie con figli. Ripetiamo la cifra, perché oggettivamente impressionante: soltanto poco più del 25% delle famiglie italiane, nel 2040, avrà almeno un figlio. Contemporaneamente, “esploderanno” le famiglie composte da una sola persona.
Saranno sempre di più – per farla più semplice – i single, il che non è certamente un male di per sé, ma comunque testimonia un progressivo squilibrio della nostra società. Dolersi con partecipazione è tipico, quando si affronta questo dibattito, perché permette di assumere determinate pose a favore di telecamera, social e taccuini, guardandosi bene dal fare qualsiasi cosa possa invertire realmente la tendenza.
Passate poche ore dall’”allarme” del CENSIS, infatti, è stato diffuso il dato delle dimissioni volontarie nel 2022: indovinate un po’ chi ha lasciato in maggior percentuale il lavoro e in quale momento? Le donne, dopo la gravidanza, naturalmente.
Se oltre il 70% delle dimissioni volontarie in questo benedetto Paese è di donne e nella stragrande maggioranza di questi casi si tratta di neomamme… continuare a fare la faccia triste più che ridicolo è direttamente colpevole. Sono anni che andiamo ripetendo sempre le stesse cose: oltre gli appelli, ai quali ci uniamo con entusiasmo ricordando che la genitorialità resta un’esperienza assolutamente magnifica ancorché mai obbligatoria, se non forniremo alle famiglie dei servizi degni di questo nome, se non consentiremo a mamma e papà – soprattutto alle mamme, cerchiamo di non prenderci per i fondelli – di non dover scegliere fra gravidanza e lavoro continueremo a buttar via il bambino insieme all’acqua sporca. Ed è proprio il caso di dirlo.
Parlare di servizi, significa non dar soldi e tantomeno dar soldi una tantum, ma fornire asili nido, tempo pieno a scuola sempre, possibilità di fare sport (usufruendo anche di servizi di trasporto), un’assistenza evoluta ai nostri pargoli nei diversi momenti della loro infanzia. Nulla di marziano, basterebbe fare un giro in Europa e anche in Paesi vicinissimi al nostro.
Le curve demografiche non si invertono con un battito d’ali e miracoli non se ne fanno, ma se non cominceremo almeno a fare qualcosa di pratico possiamo anche smetterla di far finta di preoccuparci.
di Fulvio Giuliani
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