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Giorgia Meloni e l'inutile crociata sugli articoli

Giorgia Meloni e l’inutile crociata sugli articoli

Una crociata linguistica: la Meloni dichiara di voler essere indicata con “il” e non “la” presidente e il sindacato dei giornalisti Rai che si oppone. Al centro, la nostra amata grammatica italiana.
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Giorgia Meloni e l’inutile crociata sugli articoli

Una crociata linguistica: la Meloni dichiara di voler essere indicata con “il” e non “la” presidente e il sindacato dei giornalisti Rai che si oppone. Al centro, la nostra amata grammatica italiana.
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Giorgia Meloni e l’inutile crociata sugli articoli

Una crociata linguistica: la Meloni dichiara di voler essere indicata con “il” e non “la” presidente e il sindacato dei giornalisti Rai che si oppone. Al centro, la nostra amata grammatica italiana.
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Una crociata linguistica: la Meloni dichiara di voler essere indicata con “il” e non “la” presidente e il sindacato dei giornalisti Rai che si oppone. Al centro, la nostra amata grammatica italiana.
No, non si sentiva proprio la necessità della nota esplicativa dell’ufficio stampa della presidenza del Consiglio dei ministri, in base alla quale Giorgia Meloni dovrebbe essere indicata con l’articolo maschile “il” a precedere la dicitura “presidente del Consiglio”. Fatta salva la libertà di stampa e declinazione, bocciato senza appello l’articolo femminile “la”, in una crociata linguistica di cui comprendiamo l’origine e la volontà di non sentirsi omologati al politicamente corretto imperante, ma che finisce per deragliare vistosamente con effetti assolutamente paradossali. A nessuno è sfuggito, con malcelata ironia, che così facendo ci troveremo a dover leggere o sentire de “il presidente del Consiglio e il suo consorte” – per tacere, lo scriviamo con il sorriso, dell’ipotesi ben più urticante per la (o il?) leader di Fratelli d’Italia della dicitura “compagno” – ottenendo l’effetto esattamente opposto a quello cercato con l’improvvida nota sugli articoli. Poi, si sa, siamo il Paese che fa di ogni occasione una polemica e così il sindacato dei giornalisti della televisione di Stato ha pensato bene di richiamare all’ordine i colleghi di tutta Italia perché non cedano a questo palese arretramento culturale e simbolico. Secondo i sindacalisti della Rai, naturalmente, autoproclamato organo di controllo della modernità e del progresso. Ricordando che – per esempio – da sempre il preside donna è “la” preside, diamoci tutti una calmata e salviamo il soldato della grammatica italiana.   di Marco Sallustro

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