I temi passano l’esame di maturità
Gli argomenti proposti ai maturandi sono apparsi di buona qualità e varietà. Si sono evitate le ovvietà, quali il cambiamento climatico o l’intelligenza artificiale

I temi passano l’esame di maturità
Gli argomenti proposti ai maturandi sono apparsi di buona qualità e varietà. Si sono evitate le ovvietà, quali il cambiamento climatico o l’intelligenza artificiale
I temi passano l’esame di maturità
Gli argomenti proposti ai maturandi sono apparsi di buona qualità e varietà. Si sono evitate le ovvietà, quali il cambiamento climatico o l’intelligenza artificiale
Gli argomenti proposti ai maturandi sono apparsi di buona qualità e varietà. Si sono evitate le ovvietà, quali il cambiamento climatico o l’intelligenza artificiale.
Nulla contro temi che definiranno il nostro mondo nei decenni a venire, ma spesso banalizzati in occasioni teoricamente di alto livello culturale, figurarsi in una prova che spinge i candidati a rischiare il meno possibile.
Fermi restando i gusti personali, abbiamo molto apprezzato le tracce che ai nostri tempi sarebbero state di “attualità”: la riflessione di Rita Levi-Montalcini sull’ansia da perfezione identifica con efficacia una caratteristica dei nostri tempi.
Di prestigio i riferimenti letterari lasciati all’analisi degli studenti, da Pirandello a Ungaretti, sia pur dipendenti nella loro fattibilità dal grado di sviluppo dei programmi durante l’anno. Più scontata la traccia su Internet, peraltro molto gettonata.
Molto belli i temi storici, sui quali non ci sarebbe però dispiaciuta una maggiore capacità di circoscrivere gli argomenti. Il richiamo alla storia d’Europa o all’esperienza politico-militare dell’arma atomica nella guerra fredda presuppongono in diciottenni una capacità di analisi e sintesi sconosciuta a molti adulti.
Ecco, chi sarà riuscito a sviluppare bene questa traccia lo vorremmo di sicuro testare per un articolo su La Ragione, che a Giuseppe Galasso – autore del pensiero riportato nella traccia – dedicò uno dei profili raccolti nel libro “Il Mondo della Ragione” appena pubblicato.
Che l’esame in sé non sia una prova difficile è certificato oltre a ogni ragionevole dubbio da quel 99,7% di promossi dell’anno scorso. È in discussione il voto finale, che ha le sue ricadute anche in termini di iscrizione soprattutto in alcune facoltà e università, ma lo scoglio in quanto tale è ampiamente aggirabile.
Detto questo, la maturità resta esattamente se stessa, a dispetto del passare dei decenni, di queste percentuali bulgare, dell’ossessiva volontà dei governi che si susseguono di metterci mano e creare finalmente un esame al passo con i tempi.
Faccio un esempio personale: anche con mia figlia, maturanda proprio in questi giorni, una volta mi sono giocato la carta della percentuale dei promossi per indurla a star tranquilla. Il risultato non è andato esattamente nella direzione che avevo previsto e mi sono guadagnato una bella scarica di improperi. Seguiti dall’immancabile appellativo di “boomer“. Il punto è che aveva ragione lei.
La forza dell’esame di maturità non sta nella sua capacità di selezione, ma nel concentrare per una volta l’attenzione, le prime pagine, i post, le radio e le televisioni sui ragazzi e non sui pensionati o i soliti diritti acquisiti intoccabili. A scapito proprio dei nostri figli, si intende.
Certo, già da domani tutto tornerà come prima e l’esame largamente perfettibile, ma comunque uno dei pochi passaggi della vita i cui ricordi ci accomunino senza alcuna distinzione possibile.
di Fulvio Giuliani
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