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Il nuovo radar antirumore e furbetti servirebbe tanto anche in Italia

In Francia si sperimenta il controllo automatico dell’inquinamento acustico. In Italia, anche se le leggi non lo permetterebbero, c’è chi sgasa indisturbato, molestando gli altri e inquinando di più. Tanto nessuno glielo fa notare.
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In Francia è iniziata la sperimentazione di un dispositivo contro l’inquinamento acustico. Il funzionamento è semplice ed efficace: rileva il rumore proveniente dagli scarichi dei mezzi che superano la soglia consentita di 90 decibel e stacca multe da 135€. Saranno comunque previste delle deroghe per veicoli agricoli o meno recenti come quelli d’epoca. Secondo quanto riportato dal ministero francese, l’eccessivo rumore ha impatti concreti sia dal punto di vista economico che sanitario, per un costo totale annuo di 147 miliardi di euro. 

Vista l’attenzione che l’Unione Europea pone all’inquinamento atmosferico e acustico, c’è la possibilità che a seguire l’esempio francese saranno altre città europee.

Secondo uno studio della EEA – ente che misura l’inquinamento acustico in Europa – l’esposizione a lungo termine al rumore di traffico, automobili, moto e aerei a bassa quota, provoca disturbi del sonno, problemi cardiaci e altre patologie. Troppe persone sono sempre più esposte al rumore durante la loro vita quotidiana, soprattutto nei centri urbani. A lungo termine ogni anno si rilevano 12.000 morti premature, associando 48.000 nuovi casi di cardiopatie ischemiche in tutta Europa. Dati alla mano, si stima inoltre che 22 mln di persone soffrano di forte fastidio cronico e 6,5 mln di forti disturbi del sonno.

Sebbene esistano normative molto rigide sulla conformità dei nuovi veicoli immessi sul mercato Europeo, in Italia esistono già delle sanzioni severe che riguardano l’uso smodato dei clacson o l’eccessivo rumore proveniente dai rombanti scarichi di auto e moto, ma la verifica della conformità dei mezzi è “umana” e delegata quindi solo alle forze dell’ordine. Un sistema automatico aumenterebbe l’efficacia di queste norme data la quantità di mezzi che circolano ogni giorno nelle nostre città. Non è solo un modo come un’altro per le amministrazioni di fare cassa. Esiste infatti una stretta correlazione tra inquinamento acustico e inquinamento da anidride carbonica prodotta dagli scarichi delle auto e moto, causata dalla manomissione ed eliminazione del catalizzatore, fondamentale per ridurre quanto possibile al minimo le emissioni di CO2. Nelle città italiane non è ancora previsto un dispositivo antirumore come quello in sperimentazione a Parigi. Anche se l’ipotesi della sua installazione sarebbe un deterrente per tutti quei furbacchioni che si divertono a sgasare nel traffico, molte volte, per una mera questione di apparenza, quando  invece il rumore e l’inquinamento che producono è tutt’altro che apparente.

di Marco Mauri

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