“Io canto” quello che mi pare
| Società
Le critiche contro Laura Pausini, dopo essersi rifiutata di cantare ‘Bella ciao’ sono l’ennesima dimostrazione che liberi, davvero, non lo siamo affatto.
“Io canto” quello che mi pare
Le critiche contro Laura Pausini, dopo essersi rifiutata di cantare ‘Bella ciao’ sono l’ennesima dimostrazione che liberi, davvero, non lo siamo affatto.
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“Io canto” quello che mi pare
Le critiche contro Laura Pausini, dopo essersi rifiutata di cantare ‘Bella ciao’ sono l’ennesima dimostrazione che liberi, davvero, non lo siamo affatto.
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Succede che nel 2022, nel mondo che tanto amiamo definire “democratico”, un’artista che decida di non cantare “Bella ciao” in diretta tv venga bollata come fascista. Succede ed è accaduto a Laura Pausini che durante il programma televisivo spagnolo ‘El Hormiguero’, forse anche perché in piena campagna elettorale italiana, ha definito la canzone “muy politica”. Possibile che una cantante di fama internazionale non possa scegliere cosa sia meglio per se stessa senza divenire bersaglio di critiche?
Eppure non è la prima star che decide di non prestare la propria immagine a strumentalizzazioni di ogni genere.
Che la musica sia stata in tantissime occasioni lo spartiacque per dare voce anche ai temi più sensibili come la guerra o altre ingiustizie nel mondo è cosa risaputa.
Ma cosa succede quando un artista decide di non cantare? Succede che Laura Pausini viene additata di fascismo e criticata da tantissimi sui diversi social.
Vero che anche i silenzi possono fare enorme rumore ma non ci è parso questo il caso. Ma perché in una società che si profetizza libera un musicista (non un politico) non può decidere come, quando e cosa cantare?
La verità è che in presenza di un pensiero dominante, sia esso di destra o di sinistra, bianco o nero, chi è contrario al pensiero mainstream finisce alla gogna. Così è stato per Laura Pausini. Così sarà presto per qualcun altro.
Eppure basterebbe tenere a mente quel sacro santo diritto di ciascuno di noi di pensare con la propria testa, ma soprattutto lasciare a ciascuno la libertà di svolgere come meglio crede il proprio lavoro. Perché Laura Pausini è una cantante, non una politica.
Di Claudia Burgio
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