
La scuola fallisce in famiglia
La scuola fallisce in famiglia
La scuola fallisce in famiglia
Un ragazzo si presenta a scuola con una pistola a pallini. Un altro ragazzo se la fa dare, la punta verso il petto di un professore e “spara“.
Non è la prima volta che siamo costretti a leggere e commentare episodi che vanno ben oltre l’indisciplina e sfociano nella pura violenza fra i banchi.
Due domande restano inevase: “Perché? Cosa diavolo passa nella testa di ragazzini, inducendoli a esibirsi in uno spettacolo del genere?“.
Cosa mai avranno sentito a casa, quando mamma e papà parlano della scuola, dei professori, del rispetto, dell’autorità. Concetti senza i quali non esiste formazione, educazione e crescita?
Nulla sappiamo dei genitori dei ragazzi di Bari da cui siamo partiti per la nostra piccola riflessione – ora sospesi per due settimane e con l’anno scolastico a forte rischio – ma è fortissima la sensazione che in tante case italiane la scuola sia avvolta da un’aria di sfiducia totale.
Quanto ai professori – senza neppure arrivare a considerare il livello della loro preparazione o della qualità del loro insegnamento – troppe volte finiscono per essere considerati quelli che semplicemente non contano niente. Quelli che guadagnano “quattro soldi“ (lo abbiamo sentito in un’infinità di occasioni) e quindi non devono contare proprio nulla.
Troppi episodi appesantiscono e umiliano la scuola, dai più sconcertanti alla miriade di esempi di poca fiducia e scarsissimo “peso specifico” riconosciuto all’istituzione e a professori da famiglie che hanno smesso di considerarli l’unica chiave del futuro dei loro figli. Una scelta folle, a cui ci stiamo abituando quasi senza combattere.
di Fulvio Giuliani


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