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Le tante facce di TikTok

Da un lato ha salvato la vita a una ragazza in pericolo. Dall’altro ha fatto perdere il posto di lavoro a un giovane infermiere. È la doppia faccia di TikTok, il social del momento che spopola tra i giovanissimi.
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Può un gesto imparato su TikTok salvare la vita di una ragazza? Sì. E può un video pubblicato da un infermiere sulla stessa piattaforma costargli il licenziamento? Anche questo è possibile. Sono due vicende accadute realmente in questi giorni a due giovani ragazzi, la prima in North Carolina e la seconda proprio nel nostro Paese, più precisamente a Roma.

Nel video in questione, l’infermiere 27enne balla sulle note di una canzone in trend sulla piattaforma cinese: fuori dall’orario di lavoro ma con l’uniforme addosso entra in una stanza e mima un conato di vomito a ritmo di musica, accompagnato dalla didascalia: «Quando vai a controllare un paziente dopo due clisteri».

Il gesto non è passato inosservato e il protagonista del video è stato infatti licenziato.

“Tre giorni fa ho pubblicato un video su TikTok, registrato fuori dall’orario di lavoro. Questo video è diventato virale perché interpretato come un video senza rispetto nei confronti dei pazienti. Si è scatenata l’ira del web, anche verso chi mi faceva lavorare. Per questo ieri il mio datore di lavoro mi ha presentato la lettera di licenziamento. Non me l’aspettavo proprio”, ha commentato il ragazzo ribadendo la sua intenzione di voler essere ironico.

Il TikTok infatti ha fatto il giro del web, suscitando l’ira e il disgusto da parte degli utenti, tanto che il dibattito relativo all’utilità del social è riemerso più forte che mai. In particolare, la questione che si è accesa negli ultimi giorni riguarda un interrogativo specifico: è giusto che il personale sanitario pubblichi video sulla celebre piattaforma?

Fin dalla sua nascita, il “social dei balletti” non si è contraddistinto solo per questi ultimi, ma anche per i numerosi tutorial e lezioni da parte di esperti che permettono al pubblico di imparare cose nuove attraverso brevi e semplici video. Tra cui anche quelli da parte del personale medico.

Allora perché togliere la possibilità ai medici di esercitare il proprio sapere anche sui social a causa di un episodio isolato di cattivo gusto?

Quanto spesso TikTok sia utile ai suoi utenti lo ha dimostrato anche la vicenda che è successa a una ragazza americana che, dopo essere stata rapita da un 61enne che cercava di portarla in auto nella sua abitazione, ha utilizzato un segno fatto con la mano inventato dalla Canadian Women’s Foundation per salvarsi dall’abuso, attirando l’attenzione degli altri automobilisti. Uno di questi ha riconosciuto il segnale e ha chiamato la polizia, che è intervenuta subito liberando la 16enne.

Un gesto estremamente importante che dovrebbe essere veicolato anche in Italia.

Quanto alla vicenda dell’infermiere romano licenziato, il ragazzo ha disattivato i suoi profili social e ha dichiarato di aver ricevuto messaggi terrificanti, tra cui minacce di morte.

Il giovane può aver peccato di ingenuità, ma una cosa bisogna dire. In rete sono presenti milioni di video dove infermieri, ginecologi e così via ironizzano sul proprio lavoro o, al contrario, video di pazienti che “insultano” i medici. Video leggeri certamente, ma ispirati al linguaggio di TikTok. Perché allora prendere di mira un ragazzo che non ha fatto niente di diverso da tanti suoi colleghi, insultandolo e, peggio ancora, minacciandolo?

Il suo caso risulta ancora più curioso se pensato assieme alla doppia assoluzione e scarcerazione immediata di Daniela Poggiali, l’ex infermiera imputata per l’omicidio di alcuni pazienti all’ospedale di Lugo (Ravenna); la donna si era fatta scattare delle foto con dei pazienti deceduti da una collega, che gliele aveva inviate poi su Whatsapp. La Corte di Assise di appello di Bologna l’ha infatti assolta perché il fatto non sussiste. Le foto però ci sono, a testimonianza di un reato (e di una decisione del giudice) ben più grave di un video ironico su TikTok.

Una media di 800 milioni di utenti al giorno usa regolarmente TikTok. In Italia la usano poco meno di 10 milioni di persone e molte di loro continuano a non accorgersi che i veri pericoli del social non sono i video, ma le parole di quei leoni da tastiera incapaci di riconoscere i confini della liceità.

 

Di Alessia Luceri

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