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L’esame di Maturità non ha più senso

Dopo trent’anni di Maturità da interna, esterna e presidente, ribadisco con forza e dolore che questo esame non ha più alcun senso

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L’esame di Maturità non ha più senso

Dopo trent’anni di Maturità da interna, esterna e presidente, ribadisco con forza e dolore che questo esame non ha più alcun senso

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L’esame di Maturità non ha più senso

Dopo trent’anni di Maturità da interna, esterna e presidente, ribadisco con forza e dolore che questo esame non ha più alcun senso

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Dopo trent’anni di Maturità da interna, esterna e presidente, ribadisco con forza e dolore che questo esame non ha più alcun senso

Dopo trent’anni di Maturità da interna, esterna e presidente, ribadisco con forza e dolore che questo esame non ha più alcun senso. Sono stati raggiunti livelli di contraddizioni, aleatorietà, superficialità e falsità che fanno star male chi ha il coraggio di essere onesto.

Prima dell’esame, per aumentare medie e crediti, i voti vengono palesemente gonfiati: le materie non d’esame – così come condotta ed educazione civica – viaggiano esclusivamente sopra l’8. E, a fronte di scuole che presentano i ragazzi anche con 4, in altri istituti tutte le insufficienze spariscono, specie se non sono oggetto di prova scritta. In certe Commissioni gli orali durano venti minuti (con un esclusivo monologo dello studente) e in altre un’ora (con interventi di tutti i docenti). In certe classi gli spunti sono già noti e in altre li sceglie arbitrariamente il presidente, gli scritti ottengono risultati incomparabili a seconda che a correggerli siano docenti interni o esterni. La correzione avviene con velocità estrema, spesso inizia il pomeriggio stesso della prova, dopo che i docenti sono a scuola da otto ore con la stanchezza e la mancanza di lucidità conseguenti. Le prove di italiano vengono lette una sola volta e le seconde prove vengono corrette appena terminate, senza il tempo necessario di riflessione e da docenti che a volte non hanno mai insegnato in quinta o in un dato indirizzo perché suppliscono alle rinunce di altri.

La maggioranza delle Commissioni lavora il più possibile responsabilmente, ma proprio chi è più consapevole e competente si rende conto di come tutto sia un assurdo gioco delle parti, un carrozzone inutile che si cerca di tenere in piedi ma non rende conto delle reali competenze dei ragazzi. E siccome tutti gli ammessi sono automaticamente promossi, professionalmente e umanamente viene da chiedersi se abbia senso bocciare negli anni precedenti. Non sarebbe più onesto e utile attestare per ogni ragazzo le competenze realmente acquisite in ogni disciplina, senza il teatrino umiliante (recitato da interni ed esterni) che costa ogni anno allo Stato centinaia di milioni di euro e che ha soltanto l’obiettivo di far uscire ciascuno con la propria media?

Quest’anno la contraddittorietà dell’esame è stata evidenziata pubblicamente dalle ragazze che hanno rifiutato di sostenere l’orale, non accettando le valutazioni troppo basse ottenute nella versione di greco. Chi conosce i meccanismi dall’interno sa che non è possibile che una classe presentata con soli voti alti riceva soltanto voti bassi: o non erano realistici i primi o non lo sono i secondi; la casualità può far variare qualche valutazione, non quasi tutte. Se gli insegnanti che li hanno seguiti hanno dato ai ragazzi la sicurezza di essere preparati e quelli che li hanno valutati hanno rilevato il contrario, la responsabilità è della scuola che si è contraddetta palesemente. E sarebbe utile ascoltare quello che le ragazze hanno scritto e cioè che non è giusto che paghino soltanto loro a fronte di inadempienze di docenti che non si sono mai presentati in Dad, che facevano lezione soltanto leggendo il libro e che non rispettavano le date concordate per le verifiche. Non possiamo sempre e comunque accusare i giovani di immaturità e ridicolizzarli senza ascoltarli, come in realtà facciamo troppo spesso, dai ragazzi manganellati a quelli a cui è stato tolto il bonus psicologo.

E li giudichiamo proprio noi che abbiamo preparato loro un mondo senza futuro e senza valori; che accettiamo ogni schifezza per quieto vivere; che votiamo alle elezioni politiche senza prospettive perché ci interessa soltanto stare bene oggi; che non abbiamo mai il coraggio (tantomeno per la Maturità) di ribellarci e dire che il re è nudo.

di Cristina Agazzi

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