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L’estate sta dimostrando snobismo di massa

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L’estate sta finendo e noi ci troviamo così di fronte a questo paradosso: lidi cari ed esclusivi pieni, stabilimenti di massa semivuoti

L’estate sta dimostrando snobismo di massa

L’estate sta finendo e noi ci troviamo così di fronte a questo paradosso: lidi cari ed esclusivi pieni, stabilimenti di massa semivuoti

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L’estate sta dimostrando snobismo di massa

L’estate sta finendo e noi ci troviamo così di fronte a questo paradosso: lidi cari ed esclusivi pieni, stabilimenti di massa semivuoti

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La cozza costa cara, la vongola ancor di più. In spiaggia di ombrelloni non ce ne sono più, è il solito rituale, ma ora manchi tu. Tu chi? Tu turista regionale, nazionale, straniero. L’estate sta finendo – come cantavano I Righeira nel lontano, lontanissimo 1985 – ma sarebbe meglio dire che non è mai iniziata. Siamo giunti a Ferragosto e già sappiamo che per la stagione 2025 c’è e ci sarà un calo del 15-20% dei bagnanti negli stabilimenti balneari. Come mai? Perché le cozze – dati della Campania – sono passate da 3 a 10 euro al chilo e le vongole da 15 a 25 euro al chilo? Sì, ma non solo.

Perché per una giornata al mare non è detto che si debba obbligatoriamente mangiare al ristorante del lido. Infatti, all’ora di pranzo ecco spuntare le borse-frigo con lo spuntino portato da casa. Ma pranzo o non pranzo, la vacanza stile balneare per una famiglia costa non meno di 70-100 euro al dì, che moltiplicato per dieci o per una settimana dà una somma non piccola per la sola giornata di mare. Tuttavia, pur facendo calcoli e analisi minute i conti non tornano. I bagnanti, infatti, non mancano soltanto nei lidi organizzati. Sono assenti anche nelle spiagge libere. Insomma, nel Paese del sole e del mare nell’estate 2025 ci sono meno bagnanti rispetto agli anni scorsi. Cozze&Vongole incidono, ma il loro rincaro non è sufficiente a spiegare il fenomeno.

La verità è, insieme, più semplice e più difficile: è cambiato il turismo. Sta cambiando il turismo sotto i nostri occhi. Perché se si passa dal fenomeno dell’overtourism al fenomeno delle spiagge vuote vuol dire che il turista c’è – eccome se c’è – ma ha cambiato abitudini, destinazioni, consumi. Del resto, non è la prima volta che accade. Stando solo alle vacanze al mare si è passati nel giro di una generazione dalla villeggiatura alla settimana e al weekend, con il risultato che proprio gli stabilimenti balneari sono l’espressione di un mondo vacanziero che appartiene più al passato che al futuro.

Il tempo in cui Bruno Cortona (Vittorio Gassman), cialtrone ma simpatico, non sapendo cosa fare a Ferragosto carica in auto – una bellissima Lancia Aurelia B24 – uno spaesato Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant) ed entrambi lasciano una Roma deserta per andare verso Castiglioncello è davvero un altro mondo, un altro tempo – «Buon Ferragosto!» – che si può rivedere soltanto nel celeberrimo “Il sorpasso” di Dino Risi. Siamo tutti sorpassati.

I costi sono relativi. Ciò che conta è la qualità, la riservatezza, il tempo. Ci troviamo così di fronte a questo paradosso: lidi cari ed esclusivi pieni, stabilimenti di massa semivuoti. Perché? Perché il turista di massa è diventato un turista di massa-esclusivo e ciò che cerca non lo trova più nel caro vecchio stabilimento tradizionale ma o in luoghi ricercati che pensa di conoscere soltanto lui (insieme ad altri centomila che quel giorno hanno fatto la stessa pensata) o lasciando l’Italia per l’estero – da Creta allo Sri Lanka – o lasciando il mare per la montagna.

È una specie di individualismo di massa dove ognuno nella folla cerca di essere unico ma è uguale agli altri proprio mentre cerca di distinguersene. È lo snobismo di massa che, forse, è l’ossimoro che meglio definisce il nostro tempo. In cui le vacanze sono diventate maledettamente faticose e stressanti e il rischio vero è farsi del male invece che farsi del bene.

Si possono capire allora atteggiamenti realmente snobistici come quello, ad esempio, di Vittorio Feltri che dice «Per carità, io non vado in vacanza» o la trovata che fu di Luciano De Crescenzo che trascorreva il mese di agosto chiuso in casa con l’aria condizionata e diceva «L’aria condizionata è la più grande invenzione del Novecento». A meno che non abbiate una Lancia Aurelia B24.

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