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No bimbi, no futuro

No bimbi, no futuro

Il gelo demografico in Italia è una realtà a cui nessuno pare prestare l’attenzione che merita. Il nodo da sciogliere sono i carenti servizi alle famiglie. Ma abbiamo poco tempo e continuiamo a sprecarlo.
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No bimbi, no futuro

Il gelo demografico in Italia è una realtà a cui nessuno pare prestare l’attenzione che merita. Il nodo da sciogliere sono i carenti servizi alle famiglie. Ma abbiamo poco tempo e continuiamo a sprecarlo.
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No bimbi, no futuro

Il gelo demografico in Italia è una realtà a cui nessuno pare prestare l’attenzione che merita. Il nodo da sciogliere sono i carenti servizi alle famiglie. Ma abbiamo poco tempo e continuiamo a sprecarlo.
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Il gelo demografico in Italia è una realtà a cui nessuno pare prestare l’attenzione che merita. Il nodo da sciogliere sono i carenti servizi alle famiglie. Ma abbiamo poco tempo e continuiamo a sprecarlo.
Meno di 400.000. Sono i bambini nati in Italia nel 2021, un numero bassissimo, il più basso di sempre. Una cifra che è una resa, un trend in grado di sconvolgere qualsiasi idea di Paese si possa avere. A questo ritmo, in pochi anni le scuole andranno verso la desertificazione, altro che “classi pollaio“ e firibondi dibattiti sui professori da assumere o ‘regolarizzare’. Per insegnare a chi? Andando avanti in questo modo, l’Italia perderà milioni di abitanti a un ritmo spaventoso. Guardate le tabelle, sono modelli matematici, non previsioni di analisti affetti dal tarlo del pessimismo. Nel 2030, saremo 58 milioni, nel 2050 54, nel 2070 47. Per ogni giovane ci saranno tre anziani. Ieri, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato un ennesimo appello perché si affronti il tema del gelo demografico. Parole cadute nel disinteresse generale, nessun tipo di reazione, nessun segno di vita dai partiti, impegnati a sgomitare per un angolino di luce nell’ombra che proietta su di loro il presidente del Consiglio Mario Draghi. Eppure non c’è altro problema che possa spazzar via l’intero modello della nostra società (pensioni addio, welfare insostenibile, economia strozzata) come il disastro di un Paese che non fa più figli e non crede più nel proprio futuro. Abbiamo scelto di cancellare il problema, semplicemente non ne parliamo. Dobbiamo sorbirci le tirate di qualche profeta dell’io, io, io e le sue scempiaggini sulle donne al lavoro dopo i quarant’anni, ma non decidiamo di affrontare seriamente il dramma (perché di dramma si tratta) dei servizi alle famiglie. L’unica risposta credibile alle domande che milioni di ragazze – soprattutto- e ragazzi fanno a noi più grandi: “come faccio a far figli, come lavorerò dopo, avrò una carriera?“. Non abbiamo più tempo e continuiamo a buttarlo via. Sveglia.   di Fulvio Giuliani

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