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Proteggere i giovani dagli estremismi

Ai nostri giovani andrebbe raccontato e ribadito l’immane successo della costruzione europea che ha consentito 80 anni di pace in Europa, evitando così il rischio del “liberi tutti” ideologico

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Proteggere i giovani dagli estremismi

Ai nostri giovani andrebbe raccontato e ribadito l’immane successo della costruzione europea che ha consentito 80 anni di pace in Europa, evitando così il rischio del “liberi tutti” ideologico

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Proteggere i giovani dagli estremismi

Ai nostri giovani andrebbe raccontato e ribadito l’immane successo della costruzione europea che ha consentito 80 anni di pace in Europa, evitando così il rischio del “liberi tutti” ideologico

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Ai nostri giovani andrebbe raccontato e ribadito l’immane successo della costruzione europea che ha consentito 80 anni di pace in Europa, evitando così il rischio del “liberi tutti” ideologico

Bisogna pur decidersi a dire qualcosa di chiaro e definito ai ragazzi. Ci riferiamo alla situazione geopolitica che ci è data in sorte di vivere come occidentali, europei, italiani e soprattutto donne e uomini che hanno avuto la gigantesca fortuna di nascere, crescere e vivere in democrazia e libertà. In pace. Elemento che andrebbe sempre premesso quando si affrontano con i nostri figli i temi legati alle grandi crisi internazionali degli ultimi due anni. Sottolineando quanto abbia del clamoroso aver vissuto ottant’anni di pace in Europa, se solo quegli stessi ragazzi ponessero 30 secondi di attenzione a ciò che la scuola ha (avrebbe) fatto studiar loro sulle vicende del Continente dalla notte dei tempi. Tre generazioni che non soltanto non hanno conosciuto l’incubo della guerra – mentre quella immediatamente precedente ne aveva vissute due devastanti nel giro di poco più vent’anni – ma che hanno vissuto senza neanche ipotizzare nel proprio orizzonte mentale la possibilità di un conflitto armato fra nazioni che si erano letteralmente scannate fino a una manciata di anni prima.

Questo immane successo della costruzione europea dovrebbe essere raccontato e ribadito di continuo, oggi più che mai. Perché, se perdiamo di vista i fondamentali riferimenti storici, ci vuol poco ad approdare a una sorta di “liberi tutti” ideologico. A quel punto, come stiamo dolorosamente sperimentando in questi giorni, può valere ogni cosa, qualsiasi idea. Anche la più raccapricciante e insostenibile può acquistare fascino e non c’è nulla di più affascinante degli estremismi. Non dimentichiamo che da sempre le ideologie estremiste hanno avuto una grande capacità d’attrazione sui più giovani. Non c’è nessun motivo per cui non possa accadere anche oggi, soprattutto se le famiglie e i professori non saranno in grado di fare argine, di fornire ai ragazzi gli antidoti necessari. Sarà inevitabile il ripetersi di fenomeni che abbiamo vissuto nel passato, anche non così lontano: quando si inneggiava alla ‘pace’ di Krusciov, Breznev, Mao, Ho Chi Minh e così a scendere. Come scritto, i millennial e la ‘Generazione zeta’ neppure considerano possibile una guerra ed è comprensibile il loro totale spaesamento davanti a un atto d’aggressione novecentesco come quello di Vladimir Putin ai danni dell’Ucraina o dell’esplosione di odio, ira e violenza che ha avvolto un’ennesima volta il Medio Oriente.

Dallo spaesamento è altrettanto comprensibile il tentativo di rifugiarsi nelle spiegazioni più semplicistiche, pur di recuperare quell’orizzonte di pace che per loro è la vita di tutti i giorni. È il momento in cui bisogna avere la forza di volontà di raccontare, spiegare, illustrare, senza l’ansia di convincere ma per instillare il fondamentale valore del dubbio. Della possibilità che le cose non siano andate come raccontano narratori interessati o direttamente prezzolati dai nemici del nostro mondo. Di offrire una lettura alternativa a giovani sottoposti al bombardamento social e mediatico di chi ha tutta la volontà di intorbidire le acque. Magari meno efficace dello slogan secco – un “Free Palestina” non si nega a nessuno e non implica una risposta sul futuro di Israele – ma capace di coinvolgere anche i tanti che non hanno voglia di partigianeria ma di capire. Gli estremismi si battono con il coraggio del confronto e degli esempi, non lasciando campo libero a chi lavora per il peggio. Ricordando che tifare per Hamas, l’Iran e l’odio significa schierarsi con la dittatura, la sopraffazione e la sistematica cancellazione del dissenso. Come si fa a stare con chi riduce le donne a oggetto, uccide su base religiosa o per orientamento sessuale e ha in spregio l’idea stessa di democrazia? Nessuno dovrebbe saper bene di cosa stiamo scrivendo più dei cittadini europei e nessuno ne dovrebbe trarre moniti e insegnamenti più di noi.

Di Fulvio Giuliani

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