In Italia, l’amore per la polemica sgangherata sembra aver superato ogni limite nelle settimane della tragedia ucraina.
Ieri, abbiamo dedicato queste righe al “vaffa“ del leader dei Måneskin a Vladimir Putin. Possiamo testimoniare quanto la presa di posizione del gruppo abbia infastidito tanti benpensanti, tante anime belle pronte ogni giorno a schierarsi con il dittatore non si sa in nome di quali principi. Dagli intellettuali agli chef – se un cantante manda a quel paese Putin, uno chef potrà pur difenderlo sparando un po’ di benaltrismo, suvvia – vince solo un terrificante egoismo. Alla fine, è tutto lì.
Certo, nelle critiche piovute ieri, nelle spericolate posizioni del presidente dell’Anpi (chi fece la Resistenza non c’è più, addolora che la loro memoria sia affidata a persone senza scrupoli e senza alcun rispetto della storia e anche per questo lunedì prossimo 25 aprile saremo in edicola con un numero speciale de La Ragione dedicato alla Liberazione), in grandi e piccoli corifei di quanto son belle e forti le dittature è facile scorgere l’atavica passione italica per gli ‘uomini del destino’. Perché, analizzando critiche e dichiarazioni, si resta colpiti dalla loro totale inconsistenza.
Le tesi, anche quelle ammantate di grandi principi e valori, sono di una pochezza imbarazzante. Si riducono alla voglia di farla finita. Tanto a pagare non saremo mica noi, ma questi noiosi ucraini che non vogliono proprio saperne di arrendersi o morire e senza fare troppe storie. Di questo stiamo parlando. Fastidioso da leggere, vero?
Soprattutto per chi è pronto a fare un gran casino per i condizionatori e a confondere senza alcuna vergogna i diversi piani della realtà. Del resto, questo è il Paese, l’humus che permise un accordo ambiguo e francamente incomprensibile come quello con i russi ai tempi del lockdown. Più carte vengono fuori, più ci sarebbe da vergognarsi per la faciloneria, la superficialità con cui sono stati trattati il Paese e lo Stato.
Questo è grave, ancor più della missione da operetta dei militari russi che vennero a fare un po’ di spionaggio sanitario e non sono manco riusciti a realizzare un vaccino contro il Covid funzionante.
di Fulvio Giuliani
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