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Sognando l’Europa che non c’è
L’immagine di ieri, la vera e propria fila di barchini in attesa di raggiungere il porto dell’isola italiana è oggettivamente impressionante. Sognando l’Europa che non c’è
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Sognando l’Europa che non c’è
L’immagine di ieri, la vera e propria fila di barchini in attesa di raggiungere il porto dell’isola italiana è oggettivamente impressionante. Sognando l’Europa che non c’è
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L’immagine di ieri, la vera e propria fila di barchini in attesa di raggiungere il porto dell’isola italiana è oggettivamente impressionante. Sognando l’Europa che non c’è
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L’immagine di ieri, la vera e propria fila di barchini in attesa di raggiungere il porto dell’isola italiana è oggettivamente impressionante. Sognando l’Europa che non c’è
Fenomeni epocali – come la storica pressione delle popolazioni del Sahel verso il Maghreb sognando l’Europa – altri semplicemente legati al quotidiano – le perfette condizioni del mare – stanno determinando giornate da flussi record di migranti a Lampedusa.
Quell’immagine di ieri, la vera e propria fila di barchini in attesa di raggiungere il porto dell’isola italiana è oggettivamente impressionante. Se non fossero cariche di disperati reduci da viaggi terrificanti anche solo a immaginarli, viste da lontano e controluce potrebbero sembrare barche di vacanzieri e turisti al rientro in porto al termine di una meravigliosa, calda e luminosa giornata di fine estate.
E invece quella lunga teoria di semi relitti di ogni genere e tipo è la drammatica fotografia dell’ultimo tratto di un viaggio terribile che in centinaia di migliaia intraprendono nella speranza di abbandonare la disperazione e raggiungere l’Europa.
Solo che sulle coste dell’Italia i migranti non trovano l’Europa, ma solo le inutili e sempre uguali polemiche che si inseguono senza incidere minimamente sul fenomeno.
Sì, anche noi sottolineiamo la clamorosa e rumorosa assenza dell’Europa – intesa come Unione – su quelle coste, ma non per cercare colpevoli che possano alleggerirci lo spirito e permettere di girare la testa dall’altra parte.
Troppo facile dire che è tutta colpa di Bruxelles o che l’Italia fa entrare tutti e non controlla niente, il punto è cercare disperatamente qualcuno in giro per l’Unione che abbia la statura e il coraggio di superare i sondaggi e gli equilibri politici interni per dire la verità ai cittadini. Da Rovaniemi a Malta andrebbe spiegato fino allo sfinimento che nessun Paese avrà mai la minima possibilità di arginare un simile fenomeno, che fare i muscolari alla francese o alla tedesca – nelle ultime ore Parigi ha continuato a rafforzare la presenza della polizia di frontiera a Mentone e Berlino avrebbe sospeso unilateralmente i programmi di redistribuzione di migranti con l’Italia – non fa che legittimare una risposta uguale e contraria del governo italiano.
Sarebbe francamente difficile sorprendersi se Palazzo Chigi dovesse ‘denunciare’ di essere stato abbandonato a gestire da solo (e per l’ennesima volta) l’ondata.
Si può decidere di ‘tifare’ per questo o quello – Germania e Francia – per puntare sulle difficoltà politiche di Giorgia Meloni, visto che l’opposizione non sembra avere grandi idee su come ridurre le distanze dalla maggioranza. Si può dire, viceversa, che l’Europa ce l’ha con noi e chiuderla lì, scegliendo la strada del vittimismo che paga tanto sui social e lascia le cose esattamente dove sono. Tutto egualmente inutile.
Oggi, intanto, è altamente probabile che un’altra fila di barchini si presenterà all’imboccatura del porto. Ennesima sveglia ai governi d’Europa destinata a suonare in un vuoto angosciante.
di Fulvio Giuliani
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