Venezia, un patrimonio fragile da tutelare. Le nuove restrizioni
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Venezia, stop a gruppi turistici numerosi e all’uso di altoparlanti e megafoni: le nuove restrizioni previste per limitare il sovraffollamento della città. E scoppiano le polemiche

Venezia, un patrimonio fragile da tutelare. Le nuove restrizioni
Venezia, stop a gruppi turistici numerosi e all’uso di altoparlanti e megafoni: le nuove restrizioni previste per limitare il sovraffollamento della città. E scoppiano le polemiche
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Venezia, un patrimonio fragile da tutelare. Le nuove restrizioni
Venezia, stop a gruppi turistici numerosi e all’uso di altoparlanti e megafoni: le nuove restrizioni previste per limitare il sovraffollamento della città. E scoppiano le polemiche
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AUTORE: Filippo Messina
Venezia, stop a gruppi turistici numerosi e all’uso di altoparlanti e megafoni: queste le nuove restrizioni previste dalla delibera comunale licenziata dalla Giunta per limitare il sovraffollamento della città. Dopo il vaglio del Consiglio comunale, il provvedimento entrerà in vigore il primo giugno. Massimo 25 le persone che ciascuna guida (senza megafono, che rischia di generare confusione e disturbo) potrà portare a spasso per la città, mostrandone la bellezza e raccontando aneddoti e segreti della Serenissima. Gli obiettivi principali sono calli meno intasate e la tutela di un territorio che più volte – l’ultima lo scorso luglio – ha rischiato di finire fra i siti Unesco ‘in pericolo’.
La notizia, riportata anche all’estero (ad esempio dalla “Bbc”), divide: c’è chi si dice d’accordo poiché – dopo il ticket per i turisti – sono misure atte a proteggere un territorio sempre più fragile e chi invece si lamenta di una città che diventa meno ‘facile’ per i turisti. Introdurre restrizioni non è certamente una scelta facile da prendere. Il turismo di massa è un grande problema per Venezia che nel solo 2019 (anno pre-pandemico) ha ospitato quasi 13 milioni di visitatori. Si prevede che nei prossimi anni i numeri continueranno ad aumentare – e questa è una fortuna – ma non bisogna dimenticare che mettere un limite non significa rifiutare i turisti ma, al contrario, rendere migliore il soggiorno per gli stessi ospiti e più vivibile la città per i cittadini.
di Filippo Messina
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