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Tempo scaduto, che il sesso entri in classe

L’Italia è uno dei sei Paesi dell’Unione Europea in cui non è obbligatorio l’insegnamento dell’educazione sessuale. Le lezioni sono poche e strutturate male.

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Tempo scaduto, che il sesso entri in classe

L’Italia è uno dei sei Paesi dell’Unione Europea in cui non è obbligatorio l’insegnamento dell’educazione sessuale. Le lezioni sono poche e strutturate male.

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Tempo scaduto, che il sesso entri in classe

L’Italia è uno dei sei Paesi dell’Unione Europea in cui non è obbligatorio l’insegnamento dell’educazione sessuale. Le lezioni sono poche e strutturate male.

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L’Italia è uno dei sei Paesi dell’Unione Europea in cui non è obbligatorio l’insegnamento dell’educazione sessuale. Le lezioni sono poche e strutturate male.

Le recenti dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi lasciano ben sperare: “Dobbiamo educare i ragazzi agli affetti – ha detto – in ciò ricade ovviamente anche il sesso, che è parte della nostra vita ed è a scuola che formiamo i ragazzi alla vita”.  Sono Marta, ho 20 anni. Quello dell’educazione sessuale è un tema che mi tocca particolarmente, quasi mai affrontato in classe. Non mai sentito un mio compagno dire ‘‘È l’ora di educazione sessuale’’. Ho fatto poche lezioni su questo argomento nella mia vita e sono sicura di non averne mai fatte alle scuole superiori. Dovrebbe essere una materia alla stregua di altre. Avevo circa 13 anni quando una mattina la professoressa entra e ci dice: ‘’Ragazzi, domani avrete due ore di educazione sessuale con un’esperta. Mi raccomando!”.  I maschietti della classe cominciarono a ridere a crepapelle, facendo affermazioni del tipo: “A che serve, noi sappiamo già tutto!” Peccato non fosse così. Una volta terminato l’incontro, in cui i temi principali erano stati l’uso dei contraccettivi, le malattie sessualmente trasmissibili e l’anatomia genitale, molti miei compagni rimasero scioccati e ansiosi. Gli stessi che il giorno prima affermavano di sentirsi già istruiti e pronti.  Le lezioni solitamente sono soprattutto focalizzate sull’atto in sé, sulle possibili conseguenze negative in seguito a un rapporto; non una parola sulla sfera emotiva e quel corollario di sentimenti che ruotano attorno al sesso. Purtroppo noi giovani ci troviamo tra due fuochi: da una parte un’educazione prettamente scientifica, che dimentica di affrontare le emozioni, e dall’altra la presenza predominante della pornografia, anch’essa nociva per la rappresentazione distorta del sesso.  Educazione sessuale non è solo prevenzione o maggior approfondimento biologico ma è anche uno sguardo ai sentimenti e ai rapporti interpersonali. Questo mondo non deve essere un tabù. Parlarne più apertamente ed esprimendo ciò che si prova non dovrebbe mettere in imbarazzo nessun individuo. Secondo alcuni studi ci sono due teorie, completamente opposte, sull’introduzione di questo argomento tra i banchi di scuola:
  • alcuni affermano che ciò potrebbe aiutare i giovani a fare scelte più consapevoli e più mirate, posticipando l’età della prima esperienza (contrariamente a quel che si pensa)
  • altri ritengono che affrontare queste tematiche in età scolare possa essere un incentivo per praticare la sessualità precocemente.
Se si insegnasse l’educazione sessuale probabilmente fenomeni come il catcalling, le violenze di genere e la mercificazione del corpo in ogni forma sarebbero meno frequenti. Serve agire in fretta, abbiamo aspettato anche troppo. di Marta Melarato

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