La rivoluzione iconografica di Helmut Newton
Helmut Newton, maestro della fotografia di moda, ritratto ed erotismo, in mostra a Milano fino al 25 giugno al Palazzo Reale
«Se un fotografo dice di non essere un voyeur è un idiota». Ad affermarlo in una delle sue citazioni più famose è Helmut Newton, uno dei più raffinati, celebrati e discussi maestri della fotografia di moda, ritratto, nudo ed erotismo, capace come nessun altro di plasmare con i suoi scatti l’immaginario estetico ed erotico contemporaneo.
Nato nel 1920 in una ricca famiglia ebrea di Berlino e scomparso nel 2004 a Los Angeles quando è già famoso da tempo, il fotografo tedesco scampa alle persecuzioni naziste degli anni Trenta fuggendo in Australia attraverso un viaggio fortunoso. È nella terra dei canguri che si fa conoscere professionalmente ma è a Parigi che raggiunge il successo quando comincia a collaborare nei primi anni Sessanta con le riviste “Queen”, “Vogue” ed “Elle”. Nella Ville Lumière sviluppa il suo inimitabile stile reinventando letteralmente la fotografia di moda, che da statica diventa racconto narrativo e da distaccata espressione di bellezza formale si trasforma in interpretazione estetica dei mutamenti sociali e culturali dei tempi.
Negli anni Settanta avviene la sua definitiva consacrazione: a dimostrarlo la possibilità di realizzare servizi alle Hawaii, di usare mezzi costosi come gli elicotteri e di ambientare le sue storie sensuali in squallide camere di infimi alberghi a ore, un inedito scandaloso per l’epoca.
Nella seconda metà del decennio Helmut Newton indaga sempre di più la fotografia di nudo, innovandola con il supporto di sceneggiature complesse e articolate. Concepisce e costruisce progressivamente un nuovo modello di femminilità: le sue donne hanno pulsioni sessuali ambigue e sono potenti anche quando apparentemente sottomesse, per scelta e gioco delle parti, a un maschio dominante. I suoi nudi, realizzati sempre con algide modelle dal caratteristico fisico statuario, diventano immediatamente icone, superano ogni critica ideologica ed entrano prepotentemente nella storia della fotografia contemporanea conquistandosi un posto d’onore nel panorama culturale mondiale.
Attraverso 250 immagini (di cui molte inedite) e una serie di riviste, documenti e video, la mostra “Helmut Newton. Legacy” – in programma fino al 25 giugno a Palazzo Reale a Milano (www.mostrahelmutnewton.it) e curata da Matthias Harder (Fondazione Helmut Newton) e Denis Curti – celebra il centenario della nascita del fotografo e ripercorre l’intera sua carriera raccontando passo per passo da dove viene la sua arte, come si è evoluta e quale eredità ha lasciato ai posteri.
di Alessandro Luigi Perna
VOTO:
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Dal gioco di ruolo all’azione in VR
10 Gennaio 2025
L’immaginario collettivo trova nuove dimensioni grazie a modalità di gioco sempre più immersive …
“Indiana Jones e l’antico Cerchio”, le imprese indimenticabili
04 Gennaio 2025
Non c’è nulla di più entusiasmante e gratificante che trasformarsi in un alter ego coraggioso e …
Nella calza della Befana c’è (anche) qualche nuovo gioco
02 Gennaio 2025
Nella calza della Befana 2025, grandi e piccini potrebbero trovare di tutto. Dai microfoni alla …
Natale e videogiochi sotto l’albero
23 Dicembre 2024
Natale è alle porte fra svago, regali e relax: un periodo ideale per divertirsi al calduccio e i…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.