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Francesco Maria Mancarella

Dirigere al Festival, intervista a Francesco Maria Mancarella

Dall’ Ep “Nord” fino all’esperienza come direttore dell’orchestra di Sanremo per Alessandra Amoroso. Francesco Maria Mancarella si racconta
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Dirigere al Festival, intervista a Francesco Maria Mancarella

Dall’ Ep “Nord” fino all’esperienza come direttore dell’orchestra di Sanremo per Alessandra Amoroso. Francesco Maria Mancarella si racconta
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Dirigere al Festival, intervista a Francesco Maria Mancarella

Dall’ Ep “Nord” fino all’esperienza come direttore dell’orchestra di Sanremo per Alessandra Amoroso. Francesco Maria Mancarella si racconta
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Dall’ Ep “Nord” fino all’esperienza come direttore dell’orchestra di Sanremo per Alessandra Amoroso. Francesco Maria Mancarella si racconta

È iniziato ieri dopo tanta attesa il 74esimo Festival della canzone italiana. Per indagare un aspetto di solito taciuto del Festival abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Francesco Maria Mancarella, direttore d’orchestra per Alessandra Amoroso e da qualche giorno fuori con il suo Ep “Nord”. Quando gli abbiamo chiesto in che modo gestisca questo suo dualismo artistico, Francesco ci ha raccontato: “L’orchestrazione di un brano, lo scrivere su partitura per una canzone che è stata prodotta da qualcun altro, è qualcosa che permette un tocco personale perché l’orchestra suonerà le note che ho scritto io. Questa era una cosa per me indispensabile per arrivare su quel palco. Quindi le due cose, scrivere musica mia e lavorare per altri, possono convivere se ci si dedica alla musica con grande impegno. Senza nessun tipo di barriera e preconcetto, cercando di dare la massima importanza a quello che stavo facendo in quel momento e cercando di dare anche il meglio che potevo ad Alessandra, che mi ha coinvolto all’interno di questa esperienza”.

Un ruolo delicato, quello delle orchestre a Sanremo, spesso sottostimato: “Sanremo è una macchina di lavoro incredibile, con tantissime competenze. L’orchestra è composta da 60 professori d’orchestra e ognuno di loro è uno straordinario professionista. Se a ciò si aggiunge l’aspetto più patinato di questa rappresentazione il tutto diventa gigantesco. Io ho scelto di concentrarmi sull’aspetto lavorativo, sul far suonare bene l’orchestra per far sentire il meglio possibile Alessandra sul palco”. Un’opportunità nata dall’amicizia: “Con Alessandra ho un rapporto di amicizia che ci lega ormai da molti anni. Tutto è nato per caso. Lo scorso anno ero in concerto a Miami con un mio progetto per pianoforte e Alessandra era venuta a vederlo. Poi siamo andati a cena insieme e parlando del più e del meno, dei sogni, di quello che si sarebbe voluto fare, ho detto che mi sarebbe piaciuto dirigere l’orchestra di Sanremo. A quel punto lei, che ancora non sapeva che avrebbe avuto questa occasione, mi ha detto che se un giorno fosse accaduto avrei diretto la sua orchestra. Ed è quello che è successo”.

Un amore per la musica nato fin da bambino quello di Francesco. Dopo aver studiato in conservatorio da giovanissimo si è innamorato del Jazz, per poi spaziare e studiare tra le altre discipline anche musica da film e composizione classica. Il non porsi barriere è una cifra sostanziale del suo percorso: “Mentre suonavo dei brani di Bach, la mia professoressa dell’epoca mi sgridava perché cambiavo le note. E questo aspetto, che da piccolino era un problema, da grande è diventato invece una peculiarità, perché ha dato vita al ramo compositivo che è quello che oggi mi rappresenta di più”. E sull’Ep “Nord” e la sua nascita ci ha raccontato: “Durante il mio percorso da pianista, improvvisando spesso, ho iniziato a raccogliere qualche pensiero pianistico. A un certo punto è arrivata l’idea di voler prendere questi appunti e svilupparli in un luogo introspettivo. Ho scelto l’Islanda, perché la musica nordeuropea porta con sé un crossover tra musica classica e musica contemporanea. Ho scelto lo studio di registrazione dove ha registrato Björk con la voglia di farmi influenzare dal territorio, da questa natura quasi ancestrale. Questi scenari hanno provocato dentro di me qualcosa di magico, così come l’aurora boreale che io non avevo mai visto. Ho preso tutto questo e l’ho riportato all’interno di questo disco. Non solo un Nord da intendersi come punto geografico, ma come propensione verso di esso: è il nord della vita, l’andare sempre avanti, e cercare di migliorarsi”.

di Federico Arduini 

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