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Trump e Putin, attrazione fatale. Per l’Ucraina e noi

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L’attrazione fatale tra Trump e Putin e la fretta della Casa Bianca di porre fine alla guerra in Ucraina, sacrificando un popolo che da quattro anni combatte una lotta impari

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Trump e Putin, attrazione fatale. Per l’Ucraina e noi

L’attrazione fatale tra Trump e Putin e la fretta della Casa Bianca di porre fine alla guerra in Ucraina, sacrificando un popolo che da quattro anni combatte una lotta impari

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Trump e Putin, attrazione fatale. Per l’Ucraina e noi

L’attrazione fatale tra Trump e Putin e la fretta della Casa Bianca di porre fine alla guerra in Ucraina, sacrificando un popolo che da quattro anni combatte una lotta impari

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Consentiteci un certo straniamento nel vedere la reazione a scoppio ritardato di tanta parte della stampa italiana allo scoop dell’altro ieri – l’altro ieri! – di Axios e a ruota di altre grandi testate fra cui l’agenzia Reuters, sul presunto accordo Usa-Russia per un piano di pace in 28 punti, più che da sottoporre, da imporre all’Ucraina.

Ne abbiamo scritto e parlato ieri, sottolineando tutte le evidenti criticità e anche assurdità dei punti, fra i 28, emersi prima grazie alla Reuters e poi ieri al Financial Times.

L’accordo Washington-Mosca e l’attrazione fatale tra Trump e Putin


Oggi tutti a dire che si tratterebbe di una resa quasi senza condizioni da parte di un Paese non sconfitto sul piano militare. L’accordo Washington-Mosca prevederebbe la cessione dei territori del Donbass mai conquistati dall’armata dello zar, che continua a avanzare di metri e non di rado i metri li perde.
Ancora, la pretesa di un disarmo di fatto del Paese che continua orgogliosamente a resistere – grazie agli ingenti aiuti occidentali questo è ovvio – ma rischiando il proprio sangue e sacrificando i propri figli in una lotta del tutto impari.

Il giorno è forse passato anche a chiedersi come fosse possibile che Donald Trump sia tornato esattamente alla casella del Via, in questo devastante gioco dell’oca con Vladimir Putin.
A dispetto di ogni umiliazione subita ad opera del leader russo come in Alaska, Trump corre a cercare sempre e solo un accordo con lui.

Ieri pomeriggio sono cominciate a piovere reazioni più o meno sdegnate, ma la verità è che siamo assuefatti a una guerra che sembra non finire mai, a una trattativa che non decolla perché chi ha aggredito non ha alcuna intenzione di trattare proprio un bel niente con nessuno.
Ancor più grave, a una Casa Bianca che da garanzia di una certa idea di ordine internazionale sembra ansiosa unicamente di chiudere accordi per poter riprendere a fare affari a mano libera.
E chi se ne impippa della libertà dei popoli.

Porre fine alla guerra alle spese del popolo ucraino


Siamo stati i primi a sottolineare il valore politico, pur fra tutti gli enormi dubbi pratici, dell’accordo strappato solo e unicamente grazie al Presidente degli Stati Uniti Donald Trump (e alla pazienza di Qatar ed Egitto) per la Striscia di Gaza e il cessate il fuoco, quindi non si tratta di preconcetti e saremmo ancora i primi a esultare se si arrivasse a un cessate il fuoco in Ucraina.

Ma non al prezzo della resa quasi senza condizioni, dell’umiliazione dell’anelito di libertà e indipendenza di un intero popolo.

Senza neanche avere la faccia di parlarne al governo di quel popolo stesso e a tutti gli alleati europei, trattati alla stregua di fastidiosi ingombri dopo ottant’anni di storia atlantica.

Questi sono gli Stati Uniti di oggi e quando qualcuno fa notare che l’accelerazione sarebbe figlia della volontà di mettere la sordina al caso Epstein non possiamo che sentirci molto, ma molto peggio.

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