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Silent Night

“Silent Night” per Frank Sinatra e Aretha Franklin

Molti cantanti americani hanno proposto la loro interpretazione di “Silent Night”. Tra essi spicca Frank Sinatra e Aretha Franklin
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“Silent Night” per Frank Sinatra e Aretha Franklin

Molti cantanti americani hanno proposto la loro interpretazione di “Silent Night”. Tra essi spicca Frank Sinatra e Aretha Franklin
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“Silent Night” per Frank Sinatra e Aretha Franklin

Molti cantanti americani hanno proposto la loro interpretazione di “Silent Night”. Tra essi spicca Frank Sinatra e Aretha Franklin
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Molti cantanti americani hanno proposto la loro interpretazione di “Silent Night”. Tra essi spicca Frank Sinatra e Aretha Franklin

Nel 1816 un sacerdote di Salisburgo all’epoca assistente parrocchiale, Joseph Mohr, scrisse il testo di “Stille Nacht, Heilige Nacht”, che fu musicato dall’organista Franz Xaver Gruber – con uno spartito per due voci soliste e una chitarra – ed eseguito da entrambi gli autori durante la notte di Natale del 1818. Mohr desiderava offrire un messaggio di speranza al popolo austriaco dilaniato dalle guerre napoleoniche, che si erano concluse con la settima coalizione e il Secondo Trattato di Parigi (20 novembre 1815). Il tirolese Carl Mauracher, organaro di passaggio, ascoltò il brano e lo diffuse nella sua regione. Grazie ai gruppi musicali Strasser Siblings e Rainer Singers (sempre originari del Tirolo), che giravano l’Europa senza sosta, la canzone raggiunse una circolazione straordinaria: nel 1859 fu tradotta in inglese da John Freeman Young (“Silent Night”), mentre in italiano il prete bergamasco Angelo Meli compose nel 1937 un testo originale: “Astro del ciel”.

Le versioni di “Stille Nacht” nel mondo sono oltre trecento, alcune persino in dialetto. Nella notte del 24 dicembre 1914 la storia vuole che i soldati francesi, inglesi e tedeschi abbiano festeggiato insieme il Natale cantando il pezzo ognuno nella propria lingua. «Notte silenziosa, notte santa. / Tutto è calmo, tutto è luminoso / intorno alla Vergine madre e al figlio, / il bambino santo così tenero e mite. / Dormi nella pace divina, / dormi nella pace divina».

Molti cantanti americani hanno proposto la loro interpretazione di “Silent Night”. Tra essi spicca Frank Sinatra che la incise nell’album del 1957 “A Jolly Christmas”, senza dimenticare Bing Crosby (in “Merry Christmas” del 1945) ed Elvis Presley (in “Elvis’ Christmas Album” sempre del 1957, il disco natalizio più venduto di tutti i tempi). “Ol’ Blue Eyes” è accompagnato da un coro – The Ralph Brewster Singers – e dall’orchestra diretta da Gordon Jenkins. Qui più che mai Sinatra è “The Voice”: la dizione cristallina, la nitida pronuncia di ogni singola sillaba, il fraseggio chiaro e spiccato. «Notte silenziosa, notte santa. / I pastori tremano alla vista. / Mentre la gloria scende dal Cielo lontano, / gli ospiti del Paradiso cantano l’alleluia. / Cristo il Salvatore è nato, / Cristo il Salvatore è nato».

Tra le undici cover di canzoni registrate da Aretha Franklin in “This Christmas, Aretha” (2008) figura anche “Silent Night”. Un pianoforte nervoso, scattante, pieno di accordi-ponte, la voce iconica, alta, trascinata della regina del soul e ancora il coro come contrappunto (ma esiste una versione solo piano). Per circa due minuti la Franklin si sofferma con i suoi gorgheggi limpidissimi e liquidi su un unico verso: «Christ, the Savior is born. / Christ, the Savior is born, oh yes he is. / The Savior is born».

Come accade nel sentimento infuso da Aretha, il senso di “Silent Night” – similmente a quello di “Astro del ciel” – è che la pace scenda innanzitutto nei singoli cuori per poi diventare patrimonio comune. L’augurio di oggi, con papa Francesco, è che la guerra possa finire.

di Alberto Fraccacreta

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