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Contrordine compagni, non si trivella

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Sulla questione delle trivelle in Adriatico lo spettacolo offerto a turno da tutti i partiti presenti in Parlamento è ormai ben oltre il livello di guardia

Contrordine compagni, non si trivella

Sulla questione delle trivelle in Adriatico lo spettacolo offerto a turno da tutti i partiti presenti in Parlamento è ormai ben oltre il livello di guardia
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Contrordine compagni, non si trivella

Sulla questione delle trivelle in Adriatico lo spettacolo offerto a turno da tutti i partiti presenti in Parlamento è ormai ben oltre il livello di guardia
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Dovrebbe esserci un limite al peggio o almeno al ridicolo. Invece niente da fare, sulla questione delle trivelle in Adriatico – semplificazione estrema delle autorizzazioni alle ricerche di nuovi giacimenti di gas e allo sfruttamento di quelli già individuati – lo spettacolo offerto a turno da tutti i partiti presenti in Parlamento è ormai ben oltre il livello di guardia. Almeno per chiunque voglia conservare uno straccio di approccio coerente e razionale alla realtà. In uno sfinente gioco delle parti in commedia, a seconda dei giri di giostra fra maggioranza e opposizione, chi prima era a favore oggi è contrario e chi ieri tuonava contro i disastri prossimi venturi causati dalle trivelle oggi è per lo sfruttamento massiccio dei giacimenti nazionali. In un sussulto di dignità, la maggioranza uscita vincitrice dalle ultime elezioni al più si dice spinta dalle necessità imposte dalla guerra in Ucraina. Intanto Partito democratico, Movimento Cinque Stelle e Verdi-Sinistra sono pronti a depositare in Commissione Bilancio le richieste di cancellazione delle norme che autorizzano le nuove concessioni per le trivellazioni in Adriatico. Lascia basiti, in particolare, la posizione del Pd, non sappiamo se solo immemore od ormai perso nelle nebbie dell’Alto Adriatico. Ieri fieramente contrari erano Giorgia Meloni e Matteo Salvini, ma la giostra gira e gli interessi del Paese restano a terra. Anzi, in fondo al mar. Di Fulvio Giuliani

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