L’educazione sessuale, la maleducazione in Parlamento
Ieri è andato in onda uno show alla Camera dei Deputati sullo “spinosissimo” tema dell’educazione sessuale nelle scuole
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L’educazione sessuale, la maleducazione in Parlamento
Ieri è andato in onda uno show alla Camera dei Deputati sullo “spinosissimo” tema dell’educazione sessuale nelle scuole
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L’educazione sessuale, la maleducazione in Parlamento
Ieri è andato in onda uno show alla Camera dei Deputati sullo “spinosissimo” tema dell’educazione sessuale nelle scuole
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Ieri è andato in onda uno show alla Camera dei Deputati sullo “spinosissimo” tema dell’educazione sessuale nelle scuole
Vorremmo tranquillizzare i focosi deputati che ieri hanno dato spettacolo alla Camera dei Deputati (forse è più corretto parlare di vero e proprio “Show“), accapigliandosi verbalmente sullo “spinosissimo” tema dell’educazione sessuale nelle scuole: i ragazzi sanno già tutto, state sereni.
Quello che servirebbe loro è un approccio sistemico all’educazione sessuale e ancor più affettiva. Quest’ultima di fatto ignota nelle scuole italiane.
Da un lato il Movimento Cinque Stelle e la sinistra, propensi a un insegnamento il più diffuso e dettagliato possibile sin dall’elementari, dall’altra la Lega che insorge e con il deputato Rossano Sasso arriva a parlare di “nefandezze“ da tener lontane dai bambini. Apriti cielo, con una serie di interventi bollenti dai banchi dell’opposizione, placati solo dalle parole del relatore del provvedimento. Ciro Maschio di Fratelli d’Italia è stato ben attento a dissociarsi dalle espressioni usate dall’esponente della Lega, ma fermo nel respingere tutte le proposte di modifica avanzate dalle opposizioni. Per la cronaca, gli emendamenti proposti non sono stati ritirati e poi bocciati dall’Aula.
Sin qui il diario di un’ordinaria giornata di inutile confusione parlamentare, su un tema che proprio non riusciamo a capacitarci possa dividere (artificiosamente, si intende) destra e sinistra. Maggioranza e opposizione. Fa persino sorridere dover scrivere una simile ovvietà, un sorriso amaro.
In una società che si racconta moderna, emancipata e consapevole sappiamo perfettamente quali disastri contribuisca a provocare in modo particolare la mancanza di una seria educazione affettiva, a casa e a scuola. Quegli elementi di serena consapevolezza del proprio corpo e di una dimensione sessuale delle future donne e dei futuri uomini che non dovremmo mai aver paura di insegnare. In un rapporto di vera sinergia fra l’educazione impartita in famiglia e il sostegno che può offrire la scuola.
Invece, siamo qui a veder salire sulle barricate esponenti politici spinti soltanto dall’ideologia per l’ideologia. Completamente disinteressati all’impatto che una seria educazione sessuale e affettiva potrebbe avere sull’intera nostra società. Dobbiamo scontare – la cronaca ce lo ricorda nei modi più drammatici – ritardi talvolta imbarazzanti di consapevolezza reciproca fra i sessi. Un numero sorprendentemente alto di uomini continua a vivere il rapporto con le proprie compagne in termini di “proprietà“, arrivando talvolta a compiere – non solo, ma anche per questo – gesti orribili e stiamo qui a perder tempo.
Abbiamo bisogno di educare, parlare, comprendere, confrontarci. Non abbiamo bisogno della caciara e dello (avan)spettacolo di ieri.
di Fulvio Giuliani
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