Bonolis e la ‘signora’ della discordia
Paolo Bonolis è finito nel tranello del politically correct durante una serata inaugurale definendo ‘signora’ la direttrice d’orchestra Francesca Perrotta
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Bonolis e la ‘signora’ della discordia
Paolo Bonolis è finito nel tranello del politically correct durante una serata inaugurale definendo ‘signora’ la direttrice d’orchestra Francesca Perrotta
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Bonolis e la ‘signora’ della discordia
Paolo Bonolis è finito nel tranello del politically correct durante una serata inaugurale definendo ‘signora’ la direttrice d’orchestra Francesca Perrotta
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Paolo Bonolis è finito nel tranello del politically correct durante una serata inaugurale definendo ‘signora’ la direttrice d’orchestra Francesca Perrotta
È toccato a Paolo Bonolis prendersi una bella reprimenda, per aver definito “signora” la direttrice d’orchestra Francesca Perrotta con cui ha diviso il palco in occasione della serata inaugurale di Pesaro 2024 Capitale della cultura.
Non bastasse l’annoso interrogativo se sia sminuente o una manifestazione di rispetto, definire una donna “signora”, il conduttore televisivo si è lasciato andare a un commento politicamente scorretto, scherzando con un’orchestrale e definendola “sexy“.
Detto che la medesima è apparsa – sottolineo “apparsa” e non sappiamo cosa ne pensi – divertita dalla battuta e tutt’altro che in imbarazzo, oggi come oggi “uscite“ del genere sono diventate radioattive. Pur in un contesto sereno e apparentemente accettato dalla stessa “vittima“ dello scherzo, queste cose non si possono più dire e ascoltare. Tanto per intenderci, non sarebbe sfuggito alla (nuova) regola neppure il leggendario Totò de “La donna è mobile e io sono mobiliere“…
Più che meravigliarsi, ormai, converrebbe interrogarsi se questa non rischi di diventare una sorta di prigione dorata nei rapporti fra uomo e donna. Perché vorremmo almeno che si conservasse la distanza fra un commento oggettivamente sessista, per non dire volgare o peggio e quelle che restano battute goliardiche e comunque pronunciate in un alveo di palese rispetto, come nel caso che ha coinvolto Paolo Bonolis.
Per non essere frainteso, ripeto il concetto: oggi come oggi, battute del genere – soprattutto quella sull’orchestrale sexy” – sono inaccettabili. Punto. Maschi e femmine se ne facciano una ragione, ma detto questo e non avendo rinunciato a far girare i pochi neuroni superstiti possiamo almeno chiederci se ‘signora’ sia sempre e comunque una diminutio?!
Un conto – per capirci – è l’insopportabile abitudine di dare della ‘signora’ in ambito professionale ad avvocati e ingegneri donna (lo so, per molti è dirimente scrivere e dire avvocatA e ingegnerA, ma andrebbe spiegato alle tante donne che preferiscono la declinazione sl maschile), altro esprimersi così in contesti puramente sociali. In questi ultimi può valere, forse, la presunzione d’innocenza della galanteria e dell’eco di buone maniere che non hanno nulla a che vedere con la mancanza di rispetto, la faciloneria e la misoginia.
di Fulvio Giuliani
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