Università, in arrivo la laurea europea
Una vera laurea europea su base volontaria a partire dal 2025. È questo l’ambizioso obiettivo che si pone un pacchetto di tre iniziative appena presentato dalla Commissione europea
Università, in arrivo la laurea europea
Una vera laurea europea su base volontaria a partire dal 2025. È questo l’ambizioso obiettivo che si pone un pacchetto di tre iniziative appena presentato dalla Commissione europea
Università, in arrivo la laurea europea
Una vera laurea europea su base volontaria a partire dal 2025. È questo l’ambizioso obiettivo che si pone un pacchetto di tre iniziative appena presentato dalla Commissione europea
Una vera laurea europea su base volontaria a partire dal 2025. È questo l’ambizioso obiettivo che si pone un pacchetto di tre iniziative appena presentato dalla Commissione europea
Una vera laurea europea su base volontaria, a partire dal 2025. È questo l’obiettivo – oggettivamente molto ambizioso – che si pone un pacchetto di tre iniziative appena presentato dalla Commissione europea per promuovere la cooperazione transnazionale tra le università e la mobilità degli studenti nel Vecchio Continente. Il progetto per una laurea – sottolinea Bruxelles in una nota – «prepara la strada per un nuovo tipo di programma congiunto, basato su una serie comune di criteri, concordata a livello Ue». Lo scopo è quello di promuovere i talenti, rafforzare la competitività del sistema europeo a livello globale e rendere i futuri lavoratori appetibili per il mercato occupazionale che oggi richiede sempre di più giovani preparati, competenti e capaci di soddisfare le richieste di lavoro anche al di fuori dei confini del proprio Paese di provenienza. Competenze tecniche, trasversali, conoscenza delle lingue: tutto ciò che serve per sapersi muovere all’interno dell’Unione.
La laurea europea non si ferma al solo percorso di studio comune, implica molto altro: uscire dalla propria comfort zone, scoprire nuove culture, viaggiare. In altre parole: aprire nuovi orizzonti. Potremmo definirla una grande evoluzione dell’Erasmus – pioniere del genere – che dal 1987 porta gli studenti a trasferirsi per diversi periodi presso atenei compatibili di altri Paesi. Un proposito estremamente accattivante. O forse è il caso di usare un termine più ‘europeo’: cool.
di Filippo Messina
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