Processo Trump, l’America si gioca la credibilità
Parla l’avvocato penalista Jack Meyerson, già al dipartimento di Giustizia nella sezione integrità morale: “Questo processo è di vitale importanza per il popolo e la giustizia Usa”
La CNN non aveva usato mezzi termini fin dalla vigilia del ritiro in camera di consiglio dei 12 giurati chiamati a decidere sulla colpevolezza o meno nel primo dei processi “storici” a carico di Donald Trump. Storici perché non si tratta più solo di questioni fiscali, ma di codice penale. E perché la sentenza arriva a 5 mesi dalle elezioni presidenziali americane. La tv statunitense parlava di “drammatico atto finale“. Concorda Jack Meyerson, avvocato dello studio Meyerson & Miller, esperto di diritto penale sia come legale difensore che come pubblico ministero. Avendo lavorato presso la sezione Integrità morale del dipartimento di Giustizia, la stessa dove ora si svolgono due dei processi penali a carico del tycoon, ora in capo al procuratore Jack Smith, Meyerson spiega: «Questo processo è di vitale importanza per il popolo americano e per la giustizia americana. Sarà frutto della decisione di 12 normali cittadini (della giuria popolare, NdR) riguardo l’onestà e la moralità dell’uomo che punta a tornare ad essere Presidente degli Stati Uniti, nonché il più potente tra i leader mondiali».
«Le accuse specifiche, che apparentemente riguardano documenti e pagamenti di scarsa entità in realtà sollevano interrogativi fondamentali» prosegue Meyerson, in riferimento ai 130mila dollari pagati tramite l’ex legale di Trump, Micheal Cohen, per il silenzio sulla relazione con la pornostar Stormy Daniels. Per Meyerson il problema è la credibilità di Trump e degli Usa: «Una democrazia non può funzionare e prosperare senza l’impegno dei proprie leader nei confronti della verità e dell’integrità morale». Ma che conseguenze avrebbe una condanna di Trump? «Penso – e allo stesso tempo temo – che una sentenza di condanna sarebbe importante per gli elettori. Non posso credere infatti, che la nostra società sia diventata così cinica nei confronti di un eventuale pronunciamento negativo. Penso anche che sancirebbe che Trump è un individuo disonesto, senza ombra di dubbio». Il verdetto sarà certamente frutto di un’aspra battaglia giudiziaria: Meyerson ricorda che sebbene Trump non abbia portato testimoni in aula, «ha pubblicamente affermato di non aver mai avuto una liason con Stormy Daniels». I pagamenti, quindi, sarebbero stati un rimborso al suo ex legale personale Cohen, che però poi è diventato il principale testimone dell’accusa nei suoi confronti.
In ogni caso il processo avrà effetti pesanti sulla campagna elettorale, già segnata dallo strascico della crisi economica, da alcune gaffes di Joe Biden e dalla guerra a Gaza, con le proteste universitarie pro Palestina che hanno inciso negativamente sul già scarso consenso nei confronti dell’attuale Presidente. «Se Trump fosse assolto, rimarrebbe una triste riflessione sul sistema della giustizia penale e sulla nostra società – conclude l’avvocato – Rifletterà il fatto che il popolo americano è diventato insensibile alla verità o che la ignorerà in base a propri preconcetti, a dispetto del fatto che sono note le molte dichiarazioni di Trump che si sono rivelate semplicemente delle mere bugie».
di Eleonora Lorusso
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