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Valentina Lavazza

In “L’amore dentro te” Valentina Lavazza canta per i bambini malati

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valentina Lavazza sul brano “L’amore dentro te” e su cosa l’abbia spinta a buttarsi nella musica

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In “L’amore dentro te” Valentina Lavazza canta per i bambini malati

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valentina Lavazza sul brano “L’amore dentro te” e su cosa l’abbia spinta a buttarsi nella musica

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In “L’amore dentro te” Valentina Lavazza canta per i bambini malati

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valentina Lavazza sul brano “L’amore dentro te” e su cosa l’abbia spinta a buttarsi nella musica

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Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Valentina Lavazza sul brano “L’amore dentro te” e su cosa l’abbia spinta a buttarsi nella musica

Nel mare magnum della musica liquida sembrerebbe cosa facile trovare qualcosa di nuovo e interessante da ascoltare. Invece, non è propriamente così. Ogni tanto ci divertiamo a scavare per voi in questo universo in continua espansione per trovare artisti di valore, che meritano un ascolto attento. Poi starà all’ascoltatore scegliere se seguire l’artista in questione o veleggiare verso altri lidi.

La musica negli ultimi anni è sempre più associata alla sfera commerciale, ai grandi nomi e ai grandi Festival. Come ben sappiamo, però, non è tutta là la musica che merita attenzione. Un progetto che sicuramente rientra in questa categoria è quello di Valentina Lavazza, una mamma che ha deciso di scrivere e cantare una canzone, “L’amore dentro te” per aiutare i bambini malati e le loro famiglie, per reagire ad un momento di grande dolore. I bambini sono per i genitori fonti di amore e di energia e trasmettono il coraggio di trasformare il dolore in gioia.

Com’è nata la canzone?

La canzone è nata in maniera molto spontanea, in un sabato sera dello scorso dicembre. Era un momento di grande dolore per me, perché dopo l’ultimo parto avevo avuto alcuni problemi di salute. Quel sabato sera pioveva. Ero abbastanza disperata e, quando una mamma è disperata, cerca la forza di andare avanti negli occhi dei propri figli. In quel momento, c’è stato uno scambio di emozioni: io cercavo la forza in loro, e loro mi guardavano cercandola in me. In questo scambio di emozioni e sguardi, ho messo il telefono in modalità aereo, ho iniziato a scrivere e le parole sono venute fuori di getto.

Quando ho finito di scrivere, ho detto a mio figlio che avevo scritto una canzone e ho iniziato a canticchiarla. Lui è scoppiato a piangere, dicendomi che lo aveva emozionato tanto. È stato un momento così bello, in cui mi sono resa conto di aver trasformato il dolore in gioia. Mi sono detta che se questo effetto si era verificato su di me in un momento così difficile, e su mio figlio, chissà che non potesse aiutare anche altre persone. Ho deciso di condividere la canzone, di non tenere più quelle parole solo per me, perché non sono parole solo mie, ma di tutti. Sono parole per tutte le persone che hanno bisogno di leggerle, ascoltarle o sentirsele dire.

Ho deciso di far nascere attorno a questa canzone, una ninnananna, un progetto per far sì che si potesse diffondere, come dico in una strofa. Andando nei reparti pediatrici in questo periodo a portare i libri o la canzone, mi sto rendendo conto che è molto difficile per i bambini che affrontano la malattia, ma è altrettanto difficile per i genitori che gli stanno accanto e vivono in quella stanza di ospedale con loro. Il mio obiettivo è cercare di regalare un attimo di svago, un’emozione. Il libricino che ho creato rimarrà poi a loro, a disposizione, con queste parole affinché possano avere lo stesso effetto che hanno avuto su di noi.

Com’è stato buttarsi nel mondo della musica, da “profana”?

Tieni presente che non sono una cantante, ma una mamma che canta. Ho voluto lasciare la canzone esattamente così com’era, imperfetta ed emotiva. Non ho voluto modificarla apposta, proprio perché fosse chiara la mia emozione mentre la cantavo e rimanesse più vera, più reale. La musica non è il mio mondo, ma è stato molto bello occuparmene in prima persona ed entrare in un mondo nuovo.

Sono una persona che non delega facilmente e ho voluto delle persone accanto a me che sposassero il progetto, che avessero il mio stesso cuore e obiettivo. Non doveva essere solo un lavoro per loro, ma dovevano far parte della mia squadra. Devo ammettere che, non essendo il mio settore, non è stato facilissimo comprendere tutto. Tuttavia, sono molto grata di aver trovato persone meravigliose al mio fianco, disposte a unirsi al vero scopo del progetto e ad accompagnarmi laddove io non riuscivo ad arrivare da sola.

In un mondo della musica sempre più concentrato su altro, è bello che ci siano progetti che vogliono veicolare un messaggio importante

Anche nelle piccole cose che affronto con i miei figli, spesso ci si dimentica della forza che deve arrivare ai genitori per sostenere il percorso di questi bambini. È un peccato che, come dici tu, non si accendano le luci su di loro, perché sarebbe un bell’argomento da poter trattare.

Io dico sempre che il mio progetto forse non farà la differenza nel mondo, ma, come tante gocce che messe insieme formano il mare, può dare il via a qualche riflessione e, a sua volta, a qualche nuovo progetto. Insieme si è più forti, quindi perché no? La condivisione e la comunicazione servono anche a questo: dare un po’ più di spazio a questi temi importanti.

Il brano vede la collaborazione del coro dei “Piccoli Cantori di Milano”, com’è nata questa idea?

Mentre canticchiavo la canzone, mi sono detta che sarebbe stato meraviglioso, essendo una madre che parla ai propri figli, avere la risposta dei figli stessi. Seguivo questo coro da tempo, perché non sono solo un coro, ma anche una onlus, un’associazione storica di Milano. Mi è sempre piaciuta per i valori che veicola: bambini che arrivano da ogni tipo di famiglia e situazione, e nel coro si sentono uguali. È un momento di svago per i bambini, dove possono sentirsi tutti uguali per un attimo, e mi sono sempre trovata in linea con la loro filosofia.

Quando è arrivato il momento di fare questa canzone, mi sono detta di provare a chiedere se fossero interessati a partecipare. È stato molto buffo, perché con Laura, la direttrice, ci siamo trovate subito.

Il bellissimo videoclip è stato curato da Giorgio Rizzo

Giorgio Rizzo è un grande artista ed è riuscito a interpretare le mie emozioni e i miei pensieri, a condividerli e a disegnarli. Anche se parlare di disegni è forse un po’ riduttivo per il capolavoro che ha realizzato. Ci siamo trovati subito, proprio perché io, per come sono fatta, non riuscirei a lavorare con persone che non credono veramente con il cuore a quello che sto facendo. Devo dire che sono stata molto fortunata, perché lui ha capito immediatamente il valore che volevo trasmettere con questo video.

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