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Ligabue Campovolo 2025

Ligabue annuncia il ritorno a Campovolo nel 2025

Ligabue ha annunciato da un palchetto montato nella piazzola dell’Autogrill di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il ritorno a Campovolo per il 21 giugno 2025

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Ligabue annuncia il ritorno a Campovolo nel 2025

Ligabue ha annunciato da un palchetto montato nella piazzola dell’Autogrill di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il ritorno a Campovolo per il 21 giugno 2025

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Ligabue annuncia il ritorno a Campovolo nel 2025

Ligabue ha annunciato da un palchetto montato nella piazzola dell’Autogrill di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il ritorno a Campovolo per il 21 giugno 2025

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Ligabue ha annunciato da un palchetto montato nella piazzola dell’Autogrill di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il ritorno a Campovolo per il 21 giugno 2025

Prendete la piazzola di un Autogrill, un palco, un gruppo di fan scatenati e Luciano Ligabue. Unite il tutto a suon di “Certe Notti” e aggiungete un annuncio importante: ne verrà fuori un momento da ricordare. È quanto successo domenica notte quando, seguendo proprio il canovaccio della sua canzone, Ligabue ha annunciato da un palchetto montato per l’occasione nella piazzola dell’Autogrill di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) il ritorno a Campovolo per il 21 giugno 2025, quando saranno passati vent’anni dalla prima volta. Come ha raccontato lo stesso Ligabue durante l’incontro stampa: «A trent’anni da “Buon compleanno Elvis” (e quindi anche da “Certe Notti”), era scritto che facessimo questa festa. E una volta deciso, non vedevamo l’ora di annunciarla».

“La notte di Certe Notti”, questo il nome dell’evento, sarà più di un concerto: una festa che inizierà venerdì 20 giugno alle 12, quando apriranno le porte del “Memphis Boulevard”. Qui il pubblico potrà immergersi nel mondo di Ligabue con attività come una mostra fotografica, un’area dedicata ai memorabilia e altre sorprese. Capita di sentire alcuni artisti rinnegare i propri grandi successi, forse perché stufi di suonarli o di sentirseli richiedere ogni volta. Luciano non è tra questi: «Ho un rapporto di fascinazione per il mistero quando penso a “Certe Notti”. Era il 1995, forse luglio. Venivo da un disco non fortunato, ma c’era stato un momento in cui mi ero risistemato grazie soprattutto a una canzone ironica che era “A che ora la fine del mondo”. Rimasi stupito quando “Certe Notti” fu scelta come singolo, perché in tutti i miei album precedenti il primo singolo era stato sempre una canzone dai bpm (l’unità di misura che in musica indica il tempo di un brano, ndr.) molto alti. Quindi non soltanto non capivo cosa avrebbe potuto fare quella canzone, ma non ne avevo compreso neanche la portata. Tutto quello che ha prodotto mi meraviglia ancora oggi e per me è la conferma di un fatto: dobbiamo solo lasciare che accadano le cose, fare il nostro meglio, pubblicare le canzoni e aspettare che la lotteria del successo avvenga e che il numero esca fuori quando è ora».

Un amore, quello di Ligabue per le canzoni, ancora oggi molto forte. Ne scrive a decine: «Ho cominciato quando ero bambino negli anni Sessanta e continuo a essere affezionato al concetto di melodia. La mia passione resta quella lì». E ci saranno tante canzoni – ben 45 tratte dalla sua carriera, selezionate per creare una scaletta in parte diversa ogni sera – nel tour teatrale “Ligabue in teatro – Dedicato a noi” che parte proprio questa sera dalla sua Correggio: «Mi piaceva l’idea di riacquistare un po’ il gusto della sorpresa. Di solito chi va a un concerto sa già quale sarà la scaletta, ma a me piacerebbe che ci fosse ancora il piacere della scoperta. Sarà un po’ così anche questa volta, anche se forse meno radicale rispetto all’ultimo tour nei palasport» ha spiegato l’artista emiliano. Abbiamo avuto la possibilità di assistere alla prova generale in un teatro ricolmo di amici e fan di lunga data. Sul palco con Ligabue c’erano tra gli altri Federico Poggipollini (da 30 anni con “Liga”) e, alla batteria, Lenny Ligabue, 26enne figlio di Luciano. Un tour che promette di spaziare dall’intimismo dell’acustico – con arrangiamenti ripensati ad hoc – alla forza dell’elettrico, il tutto intermezzato da letture (anche loro talvolta diverse) tratte dall’autobiografia del rocker di Correggio.

Per uno come lui, abituato all’energia liberatoria delle arene, quella del teatro è una sfida: «Il mio terreno naturale è quando ho addosso una chitarra elettrica. Nel tour teatrale vincono i dettagli, tutte quelle piccole cose che riesci a mettere sia nel canto che nel suonare. Si rimane più trattenuti, ma se ci riesci puoi magari ottenere qualcosa di musicalmente più ricco».

di Federico Arduini

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