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Il governo israeliano approva il cessate il fuoco. I mediatori del Qatar: «Tregua da domani alle 8:30»

Con un voto finito 24 a 8, il governo israeliano ha approvato l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

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Il governo israeliano approva il cessate il fuoco. I mediatori del Qatar: «Tregua da domani alle 8:30»

Con un voto finito 24 a 8, il governo israeliano ha approvato l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

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Il governo israeliano approva il cessate il fuoco. I mediatori del Qatar: «Tregua da domani alle 8:30»

Con un voto finito 24 a 8, il governo israeliano ha approvato l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

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Con un voto finito 24 a 8, il governo israeliano ha approvato l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza

Con un voto finito 24 a 8, il governo israeliano ha approvato l’accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Dopo il via libera, combattuto, arrivato dal gabinetto di sicurezza, il consiglio dei ministri ha dato l’ok definitivo a cavallo della mezzanotte italiana. La riunione è durata sette ore, in cui gli scontri non sono mancati. Oltre ai due ministri messianici di estrema destra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, che si erano opposti già alla prima votazione e che ora è probabile si dimettano, altri sei membri del governo avrebbero optato per il “no” alla tregua. Alcuni farebbero parte del Likud, il partito di destra moderata del premier Benjamin Netanyahu.

L’accordo, articolato per il momento su due fasi, entra ora nel vivo della prima. Nei prossimi 42 giorni le armi taceranno in tutta la striscia, mentre Israele e Hamas si scambieranno ostaggi. I miliziani palestinesi si sono impegnati a riconsegnare 33 dei 94 israeliani ancora nelle loro mani. Circa un terzo, stimano i servizi di intelligence, sarebbero morti e verranno riconsegnati alle famiglie per la sepoltura. Hamas ha rilasciato la lista dei primi 33, ma sottolinea di voler annunciare i nomi dei rilasciati solo 24 ore prima delle rispettive liberazioni. In cambio, Tel Aviv scarcererà moltissimi palestinesi detenuti nelle sue prigioni.

Il primo scambio dovrebbe avvenire domani. I mediatori del Qatar hanno infatti annunciato che la tregua inizierà alle 8:30 di domenica 19 gennaio (le 7:30 in Italia), e dovrebbe prevedere la liberazione di tre ostaggi da parte di Hamas. Tel Aviv rilascerà invece 95 detenuti, in maggioranza donne.

Intanto le due parti torneranno a sedersi al tavolo negoziale. In sei settimane dovranno raggiungere un nuovo accordo, quello per la fase due: una pace più strutturale e duratura, che secondo Hamas prevederebbe il ritiro delle truppe israeliane da tutta la striscia. Secondo Israele, che non ha fornito informazioni sulle sue richieste specifiche, Gaza dovrebbe essere smilitarizzata, Hamas dovrebbe sparire e, al più, il governo sul territorio dovrebbe passare all’Anp.

Ma a mettersi in mezzo ci sono innanzitutto le estreme destre, fondamentali per la sopravvivenza dell’esecutivo Netanyahu. Secondo loro Hamas va cancellata, il nord della striscia deve tornare a riempirsi di coloni israeliani e anche la Cisgiordania va conquistata. Sullo sfondo, la volontà di Netanyahu di restare al potere per evitare i processi per corruzione: difficile scontentare di nuovo i suoi de facto unici alleati interni, rischiando di rimetterci la poltrona.

Di Umberto Cascone

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